25 febbraio 2015

KUNUNURRA

Il confine è a 135 km da Timber Creek, lo varchiamo per la terza volta con le stesse modalità, il cambio del fuso orario che recede di – 1.30, h e la quarantena. Il controllo dell’auto è minuzioso e quasi imbarazzante dato che l’oggetto del contendere è molto lontano da noi per cultura … Così mentre avevamo trovato legittima negli Stati Uniti ed in Colombia la ricerca della droga ed in Chiapas quella delle armi, la ricerca di frutta, verdura, miele, animali, cartoni che hanno contenuto frutta e lana fresca di tosatura sembra una stravaganza. La perquisizione è stata accurata, sono stati spostati ed aperti alcuni bagagli e l’abitacolo è stato controllato in ogni sua parte, anche sotto i sedili. La ragione di tanto rigore è la salvaguardia delle migliaia di ettari di frutteti che circondano la bella cittadina di Kununurra dagli insetti della frutta che potrebbero devastare le piantagioni e comprometterne i raccolti. Dopo 37 km, ancor prima di entrare in città Vanni devia senza nemmeno avvisare verso l’aeroporto per cercare una compagnia aerea che organizzi voli sul PURNULULU – BUNGLE BUNGLE NATIONAL PARK. Classificato nel 2003 Patrimonio Mondiale dell’Umanita’ per le sue particolari conformazioni rocciose di arenaria e conglomerato di rara bellezza il parco è il motivo principale del nostro arrivo a Kununurra, ed essendo inaccessibile attraverso la pista resa fangosa dalle forti piogge di questa stagione monsonica, il solo modo per vederle è dall’alto. Damiano della SHOAL AIR ci propone il percorso base che sorvolando il grande lago Argyle e la vicina miniera di rari diamanti color champagne, raggiungerà le Bungle Bungle prima di rientrare. Non occorre mai molto tempo per convincerci a volare, quindi in pochi minuti fissiamo l’appuntamento, domani mattina alle 5.30 ci preleveranno al Kimberley Grande Hotel. Per il momento percorriamo le strade di Kununurra, bella e vivace cittadina, non per vedere ed apprezzarne il meglio ma per raggiungere la zona artigianale dove tra un demolitore, un grossista di ricambi auto ed un idraulico Vanni spera di trovare l’introvabile tubo del filtro dell’olio per Asia che ne perde da mesi solo una piccola gocciolina. Non lo troviamo ed anche questi ultimi foglietti che riportano numeri di telefono scritti in fretta e nomi di aziende o persone finiscono nel portaoggetti con tutti quelli già raccolti in altre città… e in fondo pur mostrandosi dispiaciuto Vanni si è costruito la possibilità di continuare a giocare con Asia anche nei prossimi giorni. Infine raggiungiamo l’hotel di fronte al fiume e appoggiamo con piacere i nostri trolley oltre l’ingresso della 68, già bella dopo la prima occhiata, adatta al relax e perfetta per un’oretta di IPad fin quasi al tramonto che vogliamo vedere dalla Pumphouse in Lakeview drive. Quando fin troppo rilassati ci accorgiamo di dover uscire è già l’imbrunire e poco dopo a bordo di Asia che procede nel buio superiamo il ponte inseguendo la strada sbagliata disorientati dall’acquazzone tropicale. Finalmente imbocchiamo la stretta strada arcuata che porta alla Pumphouse, costeggiata sui due lati dall’acqua del lago e dell’acquitrino, forse la vecchia diga, poi sempre più vicina davanti a noi la luce fioca del locale diventa il nostro faro, siamo arrivati. Tutti gli strumenti in disuso della ex sala macchine sono racchiuse in un alto capannone di lamiera ondulata, e accanto alle tre pompe colorate di verde brillante qualche scalino porta al soppalco. L’atmosfera è soft ed il metallo non disturba per la luce molto soffusa che non lo evidenzia, tutti i tavoli sono occupati da gente e di cibo e non ci sono bambini all’orizzonte. È perfetto… e mangiamo così bene da voler tornare, domani sera, questa volta al tramonto.

26 febbraio 2015

KUNUNURRA

Le 5.30 sono arrivate così in fretta da farci sperare in un temporale che annulli il volo turistico. Dopo mezz’ora invece siamo sulla bilancia dell’aeroporto io imbarazzata e con la borsetta a tracolla che comunque non giustifica il peso eccessivo. È una bellissima mattina e anche le poche nuvole sono sparite quando il piccolo Cesna decolla pilotato dalla giovanissima ragazza che ci ha recuperati in hotel, senz’altro più brava alla cloche che al volante. Il primo pensiero va stranamente alla nostra incolumità dato che nonostante le numerose precedenti esperienze non siamo mai saliti prima su un aereo così scassato, nemmeno quello anni ’60 che ci portò alle San Blas atterrando in pista con un freno a mano tirato energicamente dall’alto verso il basso dal pilota. Poi la bellezza del paesaggio fa dimenticare i sedili sfrangiati e per due ore catalizza tutta la nostra l’attenzione. La camera relax ci aspetta per due coccole ed un pisolino poi a metà pomeriggio siamo di nuovo in missione, questa volta al Zebra Rock Gallery. La strada è rossa ed asfaltata eppure un sassolino schizzato a tutta velocità sul parabrezza nuovo di Asia fa un doppio buco a stella proprio di fronte ai miei occhi… orrore! La sorpresa che segue compensa il fastidio. Nei pressi di Kununurra, che non cessa di stupire, c’è una cava di roccia, una antica barriera corallina, le cui profonde striature sono molto simili a quelle del manto della zebra. Ne hanno ricavato oggetti di ogni genere che però non convincono e non tutti hanno un bel disegno a zebra quindi abbiamo prenotato una piccola lastra il cui taglio potrebbe avere un disegno interessante. Il tramonto alla Pumphouse è reso ancor più suggestivo dalla scia lasciata sul lago da un instancabile sciatore d’acqua e da due Margarita ben fatti. Da non perdere!

27 febbraio 2015

HALLS CREEK

Si trova a 376 chilometri da Kununurra ed è alle porte del Tanami Desert la cittadina di Halls Creek nata per l’oro che vi fu trovato è diventata famosa per il suo China Wall. L’abbiamo raggiunta attraversando la bassa catena montuosa del DURACK RANGES, con le sue rocce rosse in contrasto con le colline coperte da un manto uniforme di vegetazione verde acido. I baobab sono sempre più panciuti ed anche i termitai hanno cambiato look prendendo la forma di tozze montagnole bitorzolute formate da sacche di terra mista a saliva che sembrano scivolate le une sulle altre. Anche Halls Creek si trova nella selvaggia ed impenetrabile regione che dà il nome tra gli altri al nostro scassato Kimberley Motel la cui camera costa molto di più della super lusso di Kannanurra. È il primo pomeriggio e prima di separarci per dedicarci alle rispettive competenze, ovvero la ricerca di un demolitore auto e la passeggiata per la cittadina ancora rovente, andiamo insieme al China Wall segnalato anche nelle carte stradali come luogo di interesse. Si trova a pochi chilometri dalla cittadina, all’inizio della comoda sterrata Duncan Hwy che attraversa per una ventina di chilometri le belle colline rocciose della parte Sud del Purnululu N.P. , la seguiamo per un breve tratto, trascinati dalla bellezza del paesaggio più che dal raggiungimento dell’obiettivo superato da diversi chilometri. Quando ritornando verso il centro abitato raggiungiamo il cartello del China Wall troviamo la sterrata chiusa da un cancello senza lucchetto, come se stessimo entrando all’interno di una proprietà privata o ci stessimo avvicinando ad un piccolo tesoro, invece dopo aver parcheggiato in uno spiazzo e percorso a piedi il breve sentiero tra la vegetazione ci troviamo di fronte alla fascia di quarzite bianca larga circa 50 cm. e sporgente di altri 50 che segue il piano inclinato delle falde rocciose che la contengono, la parte visibile dal punto di osservazione nel quale siamo non è più lunga di qualche metro… la guardiamo delusi chiedendoci quali pressioni devono aver fatto i cinesi di HALLS CREEK per avere quel puntino nero evidenziato sulle carte stradali australiane. La breve passeggiata lungo le poche strade assolate non è stata entusiasmante, non avendo visto spiccare qualcosa sulla monotona sequenza dei bassi anonimi edifici, la strada principale semi deserta per il caldo, il giardino pubblico invece popolato da gruppi di abitanti originali in relax. Questa sera c’è gran fermento nel pub del nostro motel aperto sul giardino e adiacente alla piccola discoteca che diffonde musica. Da alcuni tavolini spunta l’asta con il numero dell’ordinazione che verrà consegnata dal cameriere, il vocio è incontenibile e per noi che non siamo più abituati a sentirne questa è una serata di festa. Dal tavolo osserviamo le dinamiche degli spostamenti, degli assembramenti multietnici e degli ingressi gestiti da un inflessibile buttafuori armato che seleziona i clienti in base al loro tasso alcolico. L’aspetto divertente della cosa è che per poter fare entrare un paio di ragazzini aborigeni evidentemente fuori dai parametri è andato in gran fretta un paio di volte al bar per dare loro dei bicchieri d’acqua da bere… queste cose possono succedere solo qui ad Halls Creek.

28 febbraio 2015

DERBY

558 chilometri sono tanti per raggiungere Derby e la sua mega marea di 11.5 metri tanto che arriviamo verso sera distrutti al King Sound Resort. Lontana dall’essere compresa nella top ten delle più alte del mondo così come vogliono far credere gli australiani ed in particolare gli abitanti di Derby, andiamo subito al molo per vedere la marea che ora è più bassa che alta perché non è l’orario giusto e tantomeno il giorno. Torniamo dopo cena, quando il buio rende tutto più misterioso perché meno visibile, eppure riusciamo a distinguere il livello più alto dell’acqua sui piloni del molo e la testa di un grande pesce appoggiata sul suo impiantito. C’è un pescatore a pochi passi di distanza che non vede l’ora di gratificare la nostra curiosità rivelando il perché di quel corpo lacerato del quale rimane ben poco rispetto all’oltre un metro della sua interezza … Ci dice che mentre stava recuperandolo alla lenza uno squalo se lo è mangiato a pelo d’acqua in un paio di bocconi. Incredibile! Ci allontaniamo dal luogo del delitto solo dopo aver visto un’altra scodata sull’esca dello sconsolato pescatore che ha recuperato la grossa lenza questa volta senza nemmeno una testa ma solo tranciata dallo squalo famelico. Intanto un signore che si è fermato incuriosito suggerisce il taglio di qualche filetto da ciò che è rimasto, noi invece ci allontaniamo basiti all’idea che lì a pochi metri da riva possa esserci uno squalo così grande, affamato e così pigro da voler mangiare i pesci pescati dagli altri.

01 marzo 2015

BROOME

Il Kimberley Sand resort & Spa si trova in posizione strategica vicino a Cable Beach, la spiaggia che ha reso famosa la città di Broome almeno quanto le sue perle coltivate che sostituirono attorno al 1920 quelle naturali, per questo alla città fu dato l’appellativo di “Porto delle Perle”. … La 705 si affaccia su una raccolta corte interna ombreggiata dal porticato di legno scuro che ne segue il perimetro rettangolare e dagli alberi fioriti di tiare il cui profumo si mescola a quello dei bassi cespugli di pitosforo, al centro una piccola vasca idromassaggio rettangolare a mosaico turchese crea un vivace tocco di colore nel contesto di legno scuro, la raggiungiamo percorrendo passerelle rialzate di legno a doghe che costeggiano intersecandosi i giardini, le aiuole e la piscina. La piacevolezza della camera e’ in linea con il contesto nel quale si trova ed il suo costo inferiore a quello di quasi tutte le sistemazioni anche dozzinali e scassate nelle quali abbiamo abitato fino ad ora in qualsiasi città dell’Australia, ovvero 110 AU$, circa 80 € per notte…. un piccolo regalo da parte della stagione delle piogge che fa di questo il momento di minor afflusso turistico dell’intero anno. Usciamo subito in esplorazione, prima nel centro abitato che non risalta mimetizzato com’è dalla vegetazione, poi al porto che si trova su una delle due punte della piccola penisola che comprende la città, in fondo alla Port Drive. Lasciamo il lungo molo alle spalle e continuiamo sulla Kabbarli Road poi a piedi nella bellissima spiaggia ora scoperta dalla bassa marea e frammentata in parte da agglomerati di rocce rosse erose in pinnacoli, archi o bassi pietroni che superiamo per continuare la passeggiata fra la sabbia e le rocce stratificate come millefoglie dai contorni indefiniti. Salta subito all’occhio la presenza di alcune auto ferme sulla spiaggia ora compatta e la completa assenza di persone in costume a prendere il sole. È già quasi sera quando aprendo i trolley prendiamo definitivamente possesso della camera, le rane gracidano ad alto volume e la pedana di legno attorno alla corte è piena di fiori bianchi e profumati caduti durante l’ acquazzone appena arrivato e già terminato. Ceniamo nel ristorante accanto alla piscina sperando che non ripiova dato che è completamente aperto su due lati, ottimi gli gnocchi bruciacchiati e piacevole la calda sofisticata atmosfera, siamo felici.

02 marzo 2015

BROOME

Immaginavamo 32 km di sabbia bianca, invece Cable Beach è coperta da una meravigliosa sabbia mélange rosa-giallo-grigio a seconda del colore delle pietre attorno alle quali si trova. Bella anche per i suoi confini indefiniti così lontani da diventare invisibili e dal senso di libertà che questa spiaggia apparentemente infinita, profonda e piatta ci dà ora mentre la stiamo calpestando. Il cielo è sereno ed il mare ritirandosi ha lasciato una larga fascia umida che brilla sotto la luce come uno specchio, è un incanto. Tutto è estremamente visibile mentre passeggiamo sul fondo compatto che cede appena sotto i nostri piedi, non ci sono ostacoli di fronte a noi se non qualche auto che si muove parallela al mare e qualche altra ferma accanto ai proprietari seduti su poltroncine pieghevoli o in riva al mare a controllare che i loro cani non si allontanino dalla riva, i pochissimi qui in spiaggia devono aver ceduto il piacere di immergersi e nuotare, agli squali, come quello piccolino che nell’acqua già bassa a pochi metri dalla riva si allontana scodando mentre inconsapevolmente gli passiamo accanto. La Sabbia bagnata dalle profonde maree, il mare con gli squali e l’assenza di turisti spiegano perché la nostra prospettiva sia completamente libera.

03 marzo 2015

BROOME

Che senso ha andare a vedere le perle in uno dei negozi di Chinatown? Pur essendo questa una zona di coltivazione osservarle dalla vetrina sarebbe come vederle in una qualsiasi gioielleria del mondo…. e la visita alla farme di Willie Creek dove avremmo potuto osservarne le fasi della produzione, dal nucleone inserito nell’ostrica alla tasca dell’acquirente è saltata come tutte le attività squisitamente dedicate al turismo paralizzate dalla stagione delle piogge. Quindi andiamo a passeggio sul molo in fondo a Port Drive. È di legno e corre parallelo al molo principale al quale è agganciato…. Strettissimo e pieno di pescatori non è difficile curiosare nei sacchetti vuoti di prede e nemmeno notare la gerarchia tra chi pesca verso riva dove l’acqua più bassa presuppone piccole prede, in questo caso un gruppo di signore aborigene, e chi si è guadagnato le postazioni sul fondo dove alcuni ragazzi si stanno divertendo a lanciare l’amo in una sorta di pesca alla traina da fermi. Poco prima di loro un ragazzino continua a perdere le sue esche, o meglio sta sfamando i pesci con dei bei gamberoni freschi. C’è chi usa canne da pesca e chi solo la lenza arrotolata in un largo cilindro di plastica. Poi passano quattro ragazzi sorridenti, ognuno con un grande pesce sanguinante in mano ed uno degli scatenati in fondo ne ha agganciato uno grosso che continua a dimenarsi … non riuscendo a liberarsi come invece speravo. Lascio Vanni e mentre mi incammino in fretta verso riva con un paio di lacrime in fondo agli occhi mi riprometto di diventare vegetariana fino in fondo. Quindi ceniamo in un ottimo ristorante indiano …. feta, spinaci, lenticchie e riso come se fosse quaresima.

04 marzo 2015

BROOME

Visto che chi va in spiaggia ci va in fuoristrada anche noi oggi percorriamo la bassa marea di Cable Beach su Asia che scivola silenziosa …. quanto ci piace vivere la spiaggia così, nel silenzio ed in totale solitudine, e’ come sentirsi liberi due volte …. poi ci fermiamo ad osservare il tramonto, Vanni stende un paio di teli, ci sediamo e capiamo perché tutti usano le poltroncine.

05 marzo 2015

BROOME

Dato che non volevo vedere le perle dalle vetrine di Chinatown Vanni questa mattina mi ha portata direttamente in negozio …. non avevo mai visto prima le perle gialle, né quelle bicolor gialle e bianche e nemmeno quelle bianche con un anello giallo al centro. Insomma è stata una mattinata molto istruttiva anche senza andare in farme. Terminiamo la giornata con un bellissimo tramonto, il primo senza nemmeno una nuvola a smorzarne i toni. Lo vediamo seduti sulla groppa di Ned, un bel dromedario in carovana con altri nove lungo la Cable Beach. Divertente nonostante o forse per il taglio squisitamente turistico della spedizione.

08 – 11 marzo 2015

BROOME – FITZROY CROSSING – KUNUNURRA


Menù delle città

Percorso della tappa

Stai leggendo: Viaggio in Oceania

Cambia Tappa

01 Tasmania

Oceania

02 Victoria

Oceania

03 South Australia

Oceania

04 Western Australia

Oceania

05 Northern Territory

Oceania

06 Western Australia

Oceania

07 Northern Territory

Oceania

08 Timor Est

Oceania