28 dicembre 2014

MELBOURNE

Arriviamo in città alle 7.00 assiderati dal gelo di una notte in mare e la mattina completamente da inventare prima del check-in delle 14.00 sembra lunghissima. La città sta ancora dormendo nonostante il sole ne disegni la fisionomia e camminare lungo le strade desolate eppure già piene di energia ci dà il privilegio di osservare indisturbati, di misurare gli spazi, di vedere nascere la vita che prende forma attraverso il movimento in crescita esponenziale che costruisce il quotidiano, i riti che riproducono le situazioni, il lavoro che genera rumori, odori, forme. È così che vediamo crescere attorno a noi il Queen Victoria Market, scatoloni che si aprono, verdure che vengono lavate ed accatastate, tubolari montati a castello che stanno diventando tavoli per esporre o strutture per appendere, le luci si accendono sulle carni monocromatiche composte in impeccabili composizioni, su varietà di pesci, formaggi, e spezie. Micropiantine grasse e cose mai viste…. Poi gli acquirenti crescono fino a riempire i passaggi. La vita si è ormai affermata e noi ora la stiamo condividendo. Entriamo al Citadines Hotel con la famigliarità di chi ha già appoggiato il passaporto sulla superficie di quella reception, per noi è come casa, riconosciamo gli impiegati, la disposizione dei mobili nella camera, la vista dall’alto sulla città e su quella copertura a cono che avevo fotografato la scorsa primavera. Poi c’è Melbourne, il complesso sovrapporsi della sua storia con i bassi edifici in mattoni dei suoi esordi, snaturati dalle tinte accese di scelte recenti ed i grattacieli che sembrano già visti altrove, lontani dai fuoriclasse cresciuti in città più ambiziose. Melbourne e’ bella in questo suo non voler piacere a tutti i costi come invece fan tutte.

30 dicembre 2014

SYDNEY

Dopo i recenti disastri aerei di Air Asia e Malesia Airlines scegliere un volo della compagnia Tiger è poco meno di un tentativo di suicidio e l’atterraggio del velivolo che deve essere uscito dagli hangar prima del mio debutto nel mondo ci ha fatto tremare almeno quanto la sua carlinga che pensavamo si sarebbe sfasciata prima dell’arresto definitivo, arriviamo infine a bordo del taxi nella città che avevamo amato pronti per partecipare all’ evento tanto atteso, il capodanno all’ Opera House di Sydney. L’Ibis di Pitt Street è il punto di partenza di una lunga passeggiata di ricognizione per le strade del centro, accompagnata da una serie di – ti ricordi? – che fanno sentire quasi a casa e si conclude con un aperitivo nel giardinetto trasandato di un locale fuori tempo accanto ad un aborigeno e due suoi compari ubriachi. Siamo arrivati a Sydney.

31 dicembre 2014

SYDNEY

Le centinaia di metri di transenne che dividono in corsie i percorsi che raggiungono l’Opera House evidenzano la grandeur dell’evento di questa sera e l’articolata gestione degli spazi che ospiteranno gli eventi. Ciò che appare evidente è che di quella preziosa superficie non andrà perso nemmeno un centimetro quadrato. Che fare? Questa mattina l’aria è frizzante ed il mio abito è poco più di un bozzolo di seta, non adatto alla mezzanotte nella terrazza sud dell’opera House dove assisteremo allo spettacolo dei fuochi d’artificio. Quindi devo trovare un collant 50 denari ed una panciera ovvero il confort più invisibile che mi sia venuto in mente. I sorrisini delle commesse alle quali chiedo mi fanno però desistere almeno quanto la vista delle fasce da riscaldare al microonde, quindi soffrirò in silenzio, di rinunciare al vestitino non se ne parla! Taxi o non taxi? Tutti hanno consigliato di andare a piedi dato che buona parte del centro sarà chiusa al traffico, ma Vanni non ci pensa proprio di percorrere quei due chilometri in smoking bianco e scarpa di vernice. Infine siamo in taxi, io in un lungo abito di taffetà di seta verde e sandalo con tacco scomodo senza nemmeno il collant ma con una pesante sciarpa di vetro al collo acquistata in una galleria di Glebe e tornata per l’occasione qui a Sydney, Vanni in borghese con porta abiti e zainetto. La sua vestizione occupa un tempo che mi sembra infinito ma quando esce dallo spogliatoio il mio James è bellissimo. Sono le 5.30 p.m. Poi gli sguardi di otto persone ci sfiorano mentre ci accomodiamo in ritardo al grande tavolo rotondo allestito nel foyer nord della Concert Hall, le quattro coppie hanno avuto il tempo di socializzare con interesse, il vantaggio dell’antipasto del Pre Performace Dinner appena iniziato e parlano tutti la stessa lingua. Le portate si succedono e gli ospiti più anziani di noi continuano le loro conversazioni, io rido di cuore con Christine, la simpatica signora seduta accanto a me, Vanni osserva con interesse i gemelli dei concorrenti senza però apprezzarne nessuno…. a giudicare dalla chiassosa ilarità esplosa negli altri tavoli noi occupiamo quello più formale e noioso, ma è capodanno ed è solo nostro. Gli eventi si succedono a ritmo serrato, alle 8.00 p.m. ci trasferiamo nell’imponente Concert Hall per il Gala Concert che si interrompe alle 9.30 p.m. per consentirci di vedere il primo spettacolo pirotecnico, riprende poco dopo per terminare alle 10.30 con una suggestiva cascata di coriandoli color oro e palloncini rossi sui bravissimi cantanti lirici, l’orchestra e noi. Inizia quindi il party nel foyer rosso adiacente, composizioni di rose rosse e tante bollicine. Un grande 2014 di ghiaccio inizia a sciogliersi mentre in un angolo un gruppo di musicisti intona brani jazz, l’atmosfera si scalda, sta per iniziare il nuovo anno. Ci baciamo, balliamo, ridiamo, osserviamo. Inizia il grande spettacolo, i fuochi d’artificio tra i più belli del mondo, meravigliosi anche per noi che li stiamo osservando dalle vetrate del foyer. Per 15 minuti il cielo fa da sfondo a schegge di fuoco che si espandono, si sovrappongono, si sommano, alte, basse, grandi, più grandi, sbriciolate, disintegrate in pioggia, l’emozione è al massimo. La festa continua sulle note del gruppo che ora intona brani popolari di musica dal mondo ed il pubblico internazionale diventa protagonista. È notte quando lasciamo l’opera House, Rientriamo a piedi nella città quasi deserta, qualcuno sta male, altri schiamazzano ancora eccitati, non ci sono taxi, l’asfalto è freddo e ruvido ma non importa.

04 gennaio 2015

GEELONG – THE TWELVE APOSTLES

Bellissimi nella loro solitudine condivisa di naufraghi che stanno andando alla deriva gli otto speroni di arenaria sono i più famosi del continente e danno lustro alla lunghissima suggestiva falesia color ocra che segue la costa stagliandosi su tutte le sfumature di blu del mare. Osserviamo i dodici Apostoli chiedendoci se Deng Xiao Ping immaginava lo sfacelo che avrebbero portato i suoi compatrioti nel mondo rendendo la Cina uno stato relativamente democratico e aperto al mondo. Le orde di turisti cinesi sgomitanti e vocianti nei toni più striduli dell’umano parlare hanno finito con l’inquinare una situazione altrimenti magica nella quale sarebbe stato bello poter condividere il silenzio di quei giganti di pietra osservandoli dal mare. Rientriamo percorrendo la strada che attraversa il parco naturale con il carburante agli sgoccioli ed i distributori introvabili. Come altre volte è accaduto anche oggi Vanni ha cercato di fare una valutazione empirica della capienza del serbatoio in base ai chilometri percorsi. Che pazienza!

05 gennaio 2015

GEELONG – LITTLE DESERT NATURAL PARK

Lasciare la camera dell’Hotel Sphinx e’ un po’ come uscire da un luna park per via della sua grande copertura a sfinge, bizzarro punto di riferimento per chi come noi cercava di raggiungere l’unico letto disponibile nella cittadina piccola e provinciale di Geelong che abbiamo solo intravisto avendola considerata solo il punto di partenza per l’esplorazione della Grat Ocean Coast. Il sole già alto e la temperatura la promessa di un pomeriggio infuocato, è così che ci avviamo verso Adelaide a 700 km da qui, la strada è quasi deserta se non in prossimità dei pochi centri abitati che attraversiamo. Più volte durante i nostri spostamenti recenti e passati, percorrendo migliaia di chilometri nelle aree più o meno popolate, lungo la fascia costiera o nell’outback ci siamo chiesti perché gli australiani siano così invisibili sulle strade rispetto ai paesi nei quali abbiamo viaggiato .. le strade sono perfette comprese quelle secondarie ed il carburante ha un costo accettabile, le distanze sono lunghe e gli aeroporti sono presenti solo nelle città più popolate. È anche vero che il rischio di rimanere intrappolati in un incendio esiste qui più che altrove così come gli allagamenti di vaste aree. Non lo avremmo mai pensato qualche mese fa, mentre percorrevamo le torride strade dell’interno nella zona compresa tra Roma, Saint George, Bourke e Broken Hill Quandoù ci eravamo chiesti a cosa potessero servire quei paletti ai bordi della strada con tacche graduate fino ai due metri di altezza in quella che sembrava essere una infinita pianura, arida e polverosa. Erano stati Maureen e Paul a darcene la risposta. Coppia di collezionisti di auto d’epoca di Roma, cittadina del Queensland del sud, avevamo voluto incontrarli per mostrare orgogliosi la nostra Land Cruiser di 28 anni, ed avere eventualmente la medaglietta che Vanni voleva a tutti i costi. Dopo un giro a bordo della loro auto degli anni ’30 ci avevano ospitati per un drink nella loro casa di legno a palafitta come tutte quelle viste in quella vasta zona… Piove raramente ma quando succede anche gli avvallamenti più lievi diventano come grandi laghi, come tre anni fa ci ha raccontato Maureen. Ora invece ci stiamo dirigendo verso Adelaide, attorno a noi ondulati campi di grano già raccolto, si alternano ad aree verdi, gialli i primi come lievi dune del deserto sono disseminati di cataste di balle di fieno. Sulla scia di quella suggestione decidiamo di fermarci nel lodge all’ingresso del Little Desert Natural Park, è già il tardo pomeriggio e stiamo viaggiando da cinque ore, il parco si trova proprio nel posto giusto! Curato e confortevole, lo raggiungiamo deviando dalla A8, attraverso la strada stretta e dritta, deserta come il Lodge dove oltre a noi ci sono solo due famiglie. Poco dopo è l’ora dei canguri, li vediamo dal ballatoio sul quale si affaccia la nostra camera brucare l’erba fresca nell’area verde ombreggiata da qualche albero… Che meravigliosa famigliola, ad ogni minimo rumore si fermano, alzano la testa e drizzano le orecchie per ascoltare meglio, figuriamoci che fatica con Vanni nei paraggi che si diverte come un bambino. La passeggiata al tramonto tra la vegetazione del parco ci dà il piacere di essere nella natura, di attraversarla, osservarla, riscoprirla e goderla … aggiungiamo a questo l’aver visto a pochi passi da noi un timido istrice ed una femmina di canguro con il piccolo nel marsupio per fare di questo un momento speciale nel quale anche l’insalatina consumata sul tavolino di fronte ai canguri che stanno brucando ha un sapore diverso. Che meraviglia!


Menù delle città

Percorso della tappa

Stai leggendo: Viaggio in Oceania

Cambia Tappa

01 Tasmania

Oceania

02 Victoria

Oceania

03 South Australia

Oceania

04 Western Australia

Oceania

05 Northern Territory

Oceania

06 Western Australia

Oceania

07 Northern Territory

Oceania

08 Timor Est

Oceania