29 ottobre 2015

SEMARANG – KARIMUNJAWA N.P.

Ad un’ora di distanza da una delle più belle isole indonesiane, qui nell’aeroporto di Semarang entriamo nella perfetta macchina organizzativa del Kura Kura Resort dove siamo diretti. Sono le 11.30 del mattino e noi siamo dentro, di seguito dentro al Diplomatic Lounge, dentro il Cesna 8 posti, dentro al bungalow vista mare, scivolati da una situazione all’altra grazie alla cortese efficienza degli operatori che ci hanno presi per mano e senza sfiorarci ci hanno condotti all’obiettivo. Il Resort è un mondo a parte, una specie di repubblica indipendente all’interno del già isolato arcipelago Karimunjawa, poche casette tra le palme della piccolissima isola Menyawakan dove gli orologi indicano a dispetto del fuso orario l’ora più comoda per gli ospiti che arrivano da Bali. Abituati all’autogestione tutto sembra fin dalle prime battute eccessivamente organizzato seppure ad hoc, tanto che accogliamo il planning perfetto propostoci da Aureliana con iniziale diffidenza. Certo le escursioni alle isole del parco intercalate ai possibili massaggi in elenco rappresentano una bella prospettiva e considerati i pochi giorni a disposizione prima della chiusura del Resort ci proiettano verso una conclusione di viaggio breve ma intensa ed all’insegna del benessere. E’ così che poco dopo siamo stesi sui tessuti Batik che coprono i lettini della SPA, attorno a noi le pareti di legno scuro della piccola casetta, e di fronte ai nostri visi le belle composizioni di fiori freschi appoggiate a terra, sta per iniziare il nostro primo massaggio. Poi sono i piedi scalzi sulla sabbia chiara, fresca e soffice, i Margarita bevuti sulla breve palizzata di legno, e l’esiguo numero di ospiti a fare di questo il nostro quasi esclusivo paradiso.

30 ottobre 2015

KARIMUNJAWA N.P.

L’isola di Robinson, così come è chiamata dai ragazzi della locale repubblica Kura Kura si trova a poche miglia di distanza, ne vediamo subito dopo l’uscita dal porticciolo il ciuffo di palme sopra quella che sembra una zattera di sabbia bianca. Senza mai perderla di vista arriviamo in breve a bordo della barca di legno vicinissimi alla lingua di sabbia che sfuma verso la barriera corallina oltre la quale il fondo si inabissa ed il mare si colora di blu, la situazione è perfetta. Pronti per il tuffo, ingolositi dalla promessa di una barriera ricca di coralli ci blocchiamo con le pinne ancora in mano di fronte a quello che sembra l’ineluttabile nefasto destino dell’escursione di oggi. Con due parole i marinai liquidano ogni possibilità di immergerci, – Jelly fish – esclamano dispiaciuti. Eppure raggiungiamo quasi indenni la spiaggia dell’isola che da qui sembra ancora più piccola e ne percorriamo a piedi la costa che si esaurisce in un attimo, la sabbia ancora umida dalla marea, le piccole conchiglie, il sole forte, qualche foglia arenatasi qui, il contesto è talmente bello da rendere sopportabile il banco di meduse che poi finalmente diradatesi lasciano spazio ai coralli blu elettrico, meravigliosi ed abbastanza vicini da essere raggiunti senza problemi …

31 ottobre 2015

KARIMUNJAWA N.P.

Oggi vado con Pierre. Vanni non ama particolarmente il mare ed approfittando di questa sua sonnolenza residua e del conseguente desiderio di relax assoluto si defila a cuor leggero subito dopo il caffè sapendomi in compagnia. Pierre è simpatico, discreto ed ama indossare la muta perché lo fa sembrare più snello mentre il motoscafo sfreccia sul mare piattissimo sfiorando altre piccole isole tutte ugualmente belle, quelle dove sarebbe forse bello naufragare. Ancoriamo invece dopo la lunga navigazione sulla costa dell’Isola Benkoang in corrispondenza del rif di Lobster Bay dove i coralli sono vari e belli ma l’acqua non è limpida ed il cielo velato forse ancora per le ceneri che arrivano da Sud e da Nord dai due devastanti incendi rispettivamente di Jawa e di Borneo dei quali non sappiamo più nulla. La repubblica Kura Kura è TV e WiFi free. Tra gli avvistamenti interessanti di questa nuotata ci sono i due calamari che per la prima volta vedo da vivi, bellissimi per le loro sfumature colorate e le membrane laterali che muovono ad onda per spostarsi, in seconda battuta uno strano bellissimo pesce dal corpo piccolo ma con pinne così ampie da quadruplicarne la superficie. Il motoscafo sembra entrare nel mare mentre raggiungiamo l’Isola Krakal e la velocità fa sollevare due muri d’acqua che ricadono sui lati poco prima di annegarci, ci fermiamo infine poco prima del rif che circonda l’isoletta perché la marea è troppo bassa per poter andare oltre. Percorriamo a piedi la meravigliosa laguna che colora di avorio il mare per poi sfumare all’azzurro in corrispondenza dell’anello di coralli che la cinge in un ampio ovale, poi anziché al nuoto ci dedichiamo con gusto al pranzo al sacco ed al grande albero che con le sue alte radici sembra un enorme grottesco ragno a cento zampe. La serata è uno spasso, organizzata da Aureliana e Borja per noi pochissimi ospiti diventati quasi amici ed ora in cucina, tutti a preparare la propria specialità, la più veloce del personalissimo patrimonio di ricette in memoria. La cuoca più scatenata è Soledad, la meravigliosa mamma di Borja, artista e gallerista di Toledo nonché creativa cuoca allineata alla tradizione culinaria del Sud della Spagna. A seguire il nostro Pierre che dopo lunga riflessione ha preparato una veloce ma gustosa specialità napoletana mentre cantava a squarciagola l’altrettanto tipica “O sole mio” con la sua potente voce da tenore. Infine io arrivata in ritardo con una mousse al cioccolato fuori programma e Vanni che sapendola lunga ha pensato al vino, l’ingrediente necessario per una cena in compagnia. La cucina è in subbuglio, aperta in via eccezionale a noi sei ospiti rimasti al lavoro mentre i cuochi osservano attenti e divertiti o partecipano per porgere un mestolo o reperire materia prima ed a prendere nota. Tutti filmano e fotografano per immortalare la performance che termina nella composizione classica della foto di gruppo su tre file, la complicità goliardica ritrovata rende tutti noi consapevoli che la leggerezza e la disponibilità al gioco non è prerogativa della sola adolescenza e che quella al divertimento è l’attitudine che ci accompagna per tutta la vita. L’energia esplosa in cucina si sedimenta poi attorno al tavolo con la verifica bonaria delle specialità di ognuno, tutte eccellenti a partire dalle tortillas con verdure di Soledad, gli spaghetti alla puttanesca di Pierre, gli straccetti di Luca, la mia mousse al cioccolato ed il fantastico Sauvignon australiano di Vanni. La conversazione vira quindi al viaggio, quello che tutti noi stiamo condividendo qui ed ora, e Vanni si impone costringendo il suo pubblico ad aprire le orecchie ed a rimanere a bocca aperta.

01 novembre 2015

KARIMUNJAWA N.P.

La partenza di Pierre è la prima nota stonata di questa mattina, la seconda è l’aver deciso di non andare con Aureliana, Borja e Soledad al loro tour fuori programma verso il gruppo di isole dell’arcipelago più lontano dalla nostra, quelle che solo alcuni marinai conoscono e possono quindi condurtici. La partenza alle nove dopo la serata di gozzoviglie e la nostra pigrizia ci hanno scoraggiati facendoci piuttosto opzionare il tour delle undici solo nostro a Menjangan Island e di seguito a Ujung Gelam. I piccoli pesci bianchi a strisce bianche e gialle se stimolati si azzuffano pur di conquistare il loro pezzetto di pane, terminato il quale iniziano a mordere cosce e braccia costringendo alla fuga veloce dai loro dentini aguzzi visibili oltre le labbra rosa, fortunatamente non abbastanza grandi da lacerare. Raggiungiamo in fretta i coralli che offrono belle composizioni di forme e colori come mazzi di fiori ben confezionati. Gli occhi si perdono ad osservare la perfezione dei dettagli e degli abbinamenti tra i colori dei coralli ed i pesci che li hanno scelti. Rigidi o flessuosi, a canna d’organo, a vassoio o a ventaglio, con texture geometriche o arzigogolate.. bianchi, gialli, blu, verdi.. le varietà sono centinaia ed anche le poche che vediamo fanno parte di un mondo di biodiversità paragonabile solo a quello delle foreste tropicali. Tramonto aperitivo e cena si susseguono con lo stesso piacevole ritmo dei giorni scorsi e le crocchette di Soledad consolano in parte dal non aver partecipato al bagno nelle acque turchesi del Blu Lagoon, l’atollo di sabbia affiorante che con l’alta marea diventa mare a 360 gradi. I racconti si susseguono ed il piacere di essere insieme fa della promessa di rivederci un appuntamento da non perdere .. chissà dove e quando. Certo è che per chi viaggia lo spazio non ha un nome ed il tempo è irrilevante. Parigi, Toledo, Granada? Lo scambio di email è già un buon inizio.

02 novembre 2015

KARIMUNJAWA N.P. – SEMARANG

Ci congediamo dalla repubblica di Kura Kura dopo abbracci, baci ed una simpatica hola che vediamo allontanandoci in motoscafo, Aureliana, Borja e Soledad rimarranno con noi ancora a lungo, forse fino al nostro prossimo incontro. Intanto gli orologi si sono adeguati al fuso orario convenzionale ed il traghetto veloce ci ha riportati sulla terraferma di Jawa. Domani saremo a Bali e poi sarà l’Europa.


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