12 Giugno 2009

KRALjEVO – KUMANOVO

Dopo il temporale di ieri sera l’aria fresca ed il cielo leggermente nuvoloso ci accompagnano alla visita del primo edificio storico di oggi, la basilica di Zica che si trova a pochi chilometri da Kraljevo, sulla statale 22 in direzione Sud. Il centro monastico del XIV secolo occupa la cima di un promontorio e si impone sul paesaggio per via del cromatismo acceso dell’edificio principale. La chiesa è di un rosso sgargiante mentre le mura che circoscrivono il sito sono di pietra a vista. Un altro piccolo santuario di colore bianco è addossato alle mura. Varchiamo il muro di cinta attraverso la grande porta sormontata da una torre difensiva a pianta quadrata…..una lunetta mosaicata ritrae Cristo su fondo oro qualche metro sopra le nostre teste. Oltre il muro di cinta una torre rossa segna l’ingresso alla basilica che riprende la tipologia classica a navata unica suddivisa trasversalmente in due ambienti collegati ed un accenno di transetto nell’aula che contiene le immagini sacre. Quest’ultima è coperta da un tamburo poligonale sul quale si aprono le finestre, ancora più in alto la cupola. Gli affreschi che rivestono le pareti sono piuttosto recenti ed a tinte forti. La cura del giardino è da manuale…..qua e la un tempio circolare o una fontana interrompono il verde acceso del prato all’inglese ed i colori delle aiuole fiorite o degli alberi da frutto. Proseguiamo ancora sulla strada sinuosa che serpeggia nel fondovalle fino a raggiungere, dopo una quarantina di chilometri la deviazione che ci porterà al famoso Monastero di Studenica, il più antico di tutta la Serbia. Sfilano ai lati della strada gli alti covoni di paglia come da noi non se ne vedono più da decenni….quelli con il palo di legno che spunta in alto. Incredibilmente protetto da una cinta muraria ellittica di pietra a vista nel cui perimetro trovano posto un paio di torrette difensive a pianta quadrata, il monastero rende bene l’idea di quanto fosse importante nel XII secolo la difesa della fede. Entrati all’interno della cinta muraria ci troviamo di fronte alla bellissima chiesa della Vergine parzialmente rivestita di marmo bianco. Altre due chiese più piccole sono sorte all’interno dello stesso complesso in epoche leggermente diverse. Il tutto ha un sapore di grande raffinatezza architettonica frutto delle rivisitazioni susseguitesi nel corso dei secoli. Un paio di giovani monaci dai capelli scuri e lunghi raccolti in una coda di cavallo si muovono veloci lungo il vialetto, alcuni turisti mangiano le ciliegie raccogliendole dai rami più bassi di un ciliegio che per la mole sembra secolare…..ed una serie di civili preposti al controllo delle chiese ed alla vendita di souvenir. Insomma non siamo riusciti nel corso della visita a ritrovare quel sapore di autentica semplicità che ci aveva così colpiti in quel primo monastero di Sretenje….dove i monaci facevano manutenzione agli edifici al servizio della produzione agricola e la suora era gentilissima e sorridente con i suoi occhioni azzurri e le guance rosa. Eppure questo di Studenica è il più famoso monastero serbo. Torniamo verso Kraljevo e poi puntiamo su Krusevac, altro luogo nel quale dovrebbero essere presenti edifici storici di pregio….ma la guida non ne parla e la carta stradale ci da un paio di false indicazioni, quindi ci dirigiamo senza indugio verso Nis e poi verso la Macedonia, ricca di bei paesaggi e di siti storici da cartolina. Al paesaggio boscoso della Serbia si succede quello più pianeggiante della nazione nella quale entriamo tra i troppi cani abbandonati in frontiera. Sulle strade circolano molte auto d’epoca tra cui le bellissime 600… che ingolosiscono Vanni. Ci fermiamo pochi chilometri dopo, nella cittadina di Kumanovo, dove la maggiore povertà macedone salta all’occhio con evidenza. Nessuno, a parte i più giovani, parla inglese, nemmeno la simpatica signora dell’hotel Hill’s dove occupiamo una camera che definiremmo dozzinale, ma che qui si intuisce sia stata arredata per essere una sciccheria.

13 Giugno 2009

KUMANOVO – SKOPJE

La camera è inondata dal sole al risveglio e le ampie finestre inquadrano i prati spalmati sui pendii che circondano la città. Per non rischiare di sbagliare strada seguiamo un taxi fino al primo obiettivo di oggi a circa 15 km da qui…..la bellissima chiesa bizantina di Sveti Gorgi. Risalente ad un periodo compreso tra l’ XI ed il XIV secolo, si erge con la sua volumetria complessa, al centro del prato di quello che sembra lo spartitraffico di un piccolo borgo piuttosto anonimo. Le colline sono lontane e brulle, quindi ci concentriamo sul gioiello che vediamo di fronte a noi entrando attraverso il cancello arrugginito. Arriva immediatamente il custode….sciatto e di mezza età, la maglietta rossa che sembra usata da giorni, non parla inglese ma conosce un paio di parole in Italiano, quanto basta per farci capire che se vogliamo fotografare la chiesa dobbiamo sganciare 17 €…..una piccola fortuna considerando che è quanto abbiamo speso ieri sera per la nostra cena al ristorante. Il vantaggio è che potremo scattare foto anche agli interni….cosa proibita ovunque. Naturalmente accettiamo. L’edificio ha la volumetria compatta, articolata in alto da diverse torrette poligonali con linea di gronda ondulata. Le superfici dei tamburi hanno feritoie circolari che lasciano entrare fasci di luce che illuminano le piccole cupole tutte affrescate con dipinti dai colori ancora vivi anche se antichissimi. Due strette navate laterali accompagnano quella principale verso l’abside, chiuso dal muro che accoglie le immagini dell’iconografia ortodossa. Affascinata dalla bellezza degli affreschi ed in particolare da alcune figure, forse vescovi, mi scateno a scattare foto ai loro mantelli bianchi ornati con croci nere…..fino a farne il mio soggetto preferito. Teste di angeli con aureola si susseguono sugli intradossi delle arcate, dipinti con una maestria che ci incanta. Finalmente libera di scattare mi dedico ad un reportage da manuale…..mi sento come dentro uno scrigno pieno di gioielli. Quando usciamo di nuovo la nostra attenzione va alla texture muraria costituita da fasce alternate di pietre e mattoni posati a formare disegni geometrici piuttosto accattivanti…..alcuni elementi di argilla sono stati appositamente concepiti a forma di X per creare effetti di chiaroscuro in facciata. Bifore di pietra incorniciate da archi in mattoni, torrette, cupole ed una meravigliosa esplosione di affreschi all’interno…..gli elementi dell’architettura sacra bizantina sono tutti qui, composti in grande armonia. Lasciamo la magnifica Sveti Gorgi e proseguiamo il viaggio attraverso le colline che vanno sempre più rinverdendosi… siamo in avvicinamento a Kriva Palanka nelle cui vicinanze, nascosto tra le pieghe delle colline divenute improvvisamente boscose, troviamo il monastero di Sveti Joakim Osogovski che, a colpo d’occhio, fa molto Lhasa. Alcuni edifici bianchi rifiniti in legno scuro si affacciano sulla stretta vallata ed un paio di chiese diverse tra loro per dimensioni e forma sorgono nell’unico spiazzo in piano. La più grande delle due è bianca e coronata in alto da dodici cupole che sembrano farla levitare verso il cielo, l’altra, piccolissima è tutta in pietra a vista. Il contrasto è molto d’effetto e di grande suggestione il loro proiettarsi nel paesaggio pittoresco di questa stretta valle boscosa che si apre verso l’orizzonte. Contrariamente alle nostre abitudini ripercorriamo a ritroso la E 870 fino a Kumanovo per poi proseguire verso la vicina Skopje, capitale di questa nazione dalla bellissima bandiera….un sole giallo su campo rosso. Non troviamo molte cose interessanti da vedere qui….per noi che dopo tante chiese avremmo voglia di qualcosa di diverso. Solo un bel ponte quattrocentesco di pietra a più campate sul fiume Vardar , il quartiere turco-albanese, praticamente un bazar a cielo aperto che però non conquista ed un vecchio hammam, enorme e bellissimo che ora ospita una galleria d’arte. La città insomma non ci stimola particolarmente ma ci offre il conforto di una bella camera all’Holiday Inn con vista sul fiume. Attorno all’hotel sorgono enormi edifici dal sapore retrò risalenti al periodo del regime comunista, i più recenti dei quali talvolta sfoggiamo volumetrie bizzarre come nel caso dell’edificio delle poste il cui corpo centrale può sembrare con uno sforzo di fantasia, un grande insetto. Quando dopo cena passeggiamo lungo il mall che costeggia il fiume, assistiamo allo scatenamento del sabato sera in capitale. Musica disco a tutto volume accompagna i nostri passi attraverso i disco bar che affollano uno dopo l’altro il lungofiume. Cuscinoni bianchi su poltrone di vimini, luci soffuse, minigonne mozzafiato e la musica giusta….gli ingredienti ci sono tutti. I casinò non mi hanno mai particolarmente attratta, ma decidiamo di andare comunque a quello dell’hotel, così, tanto per fare qualcosa di diverso dal solito. Per entrare ci sottopongono ad una vera e propria perquisizione, poi ci schedano con una fotografia e le generalità….sembra di entrare al pentagono ! Una volta dentro, pochi tavoli e musi lunghi, poca gente ed un buffet di croissant troppo gonfi. Esco immediatamente e lascio Vanni a perdere i suoi 100 euro.

14 Giugno 2009

SKOPJE – OHRID

L’ora tarda ci costringe ad una colazione in camera ed una partenza rapida. La distanza da coprire non è molta, ma Ohrid sembra contenere una serie di cose interessanti la cui visita non vorremmo dover rimandare a domani. Il paesaggio collinare piuttosto monotono ci accompagna fino alla perla della Macedonia che si affaccia sul lago omonimo, Ohrid appunto. Siamo a 600 metri sul livello del mare, ma nonostante questo ed il grande bacino d’acqua del lago, la temperatura sotto il sole delle due è sahariana. Dopo aver preso una camera al Vila Sveti Sofija, un quattro stelle decoroso ma con lampadine a basso consumo, ci incamminiamo sotto il sole cocente verso il punto di maggiore interesse della cittadina, ovvero una chiesetta edificata nel XIII secolo su una rupe a picco sul grande lago. Mentre la osserviamo seduti all’ombra di un cipresso, siamo più tentati da una bella gita in barca che dall’entrare nello spazio angusto e buio della piccola chiesa. Alla fine rimaniamo seduti a godere del fresco e dei suoni delle barchette a motore che si muovono sull’acqua …..anche solo questo è sufficiente perché la mente vaghi ed il piacere dell’essere si affermi. Affrontiamo la salita del ritorno tra molte lamentazioni e qualche piccola sosta che ci consente di osservare l’immagine pittoresca della chiesa sulla rupe ed il lago blu poco più in basso. Do la colpa della mia spossatezza alle camomille che mi rifilano tutte le mattine al posto del tè che chiedo…..quindi per carburare propongo una coca cola ghiacciata che beviamo in un baretto sul lago…..che meraviglia, finalmente un pò di caffeina! Un salto alla chiesa Sveti Sofija, la più bella nonostante i lavori di restauro, poi in taxi, dato che non abbiamo voglia di sfilare Asia dalla sua location nel tortuoso centro storico nel quale siamo riusciti ad incastrarla, raggiungiamo la seconda perla che si affaccia sul lago….il monastero Sveti Naum, ad una trentina di chilometri dalla città. Siamo nella punta Sud del lago, a pochi chilometri dal confine albanese, là dove le due sponde si incontrano a creare un paesaggio costiero estremamente pittoresco con brevi penisole ed una vegetazione rigogliosa sulle montagne che penetrano nell’acqua. La chiesa del ‘600 che sorge sul promontorio prospiciente il lago è incantevole, soprattutto il suo interno per la bellezza dell’impianto e degli affreschi che creano un’atmosfera magica, sospesa in un tempo che non è il nostro. Nel cortile che la circonda, un discreto numero di pavoni razzolano tra i turisti esibendosi in ruote clamorose……sullo sfondo, a perdita d’occhio, le acque profonde del lago ed i profili delle montagne che vi si immergono in una prospettiva densa della foschia del lago che le sfuma via via come in una stampa cinese…..o in un dipinto leonardesco. Rientriamo nel nostro appartamentino al secondo piano dell’hotel con mobili d’epoca e vista sull’abside in mattoni della chiesa Sveti Sopja….a proposito di chiese, Vanni nel corso della cena confessa di non poterne più…..come non capirlo, per una settimana non abbiamo visto altro!


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