12 Gennaio 2008

FORLI’ – POLA

Ancora una piccola riparazione ad Asia che proprio ieri sera aveva perso un pezzo….nulla di grave, ma che la pignoleria di Vanni non ha potuto ignorare. Insomma siamo pronti per partire solo verso le 11, pochi minuti dopo aver chiuso la valigia contenente un disordinato miscuglio di cose necessarie per il viaggio…..cartine e guide, magliette e tabacco, qualche spazzolino da denti. I nostri due trolley invece ci aspettano a Bologna. E’ un vero caos avere due guardaroba a 75 km di distanza l’uno dall’altro! Ripartiamo da Bologna poco prima dell’una e strada facendo si innesca il consueto ripassino che scaturisce dal dubbio…..abbiamo preso il carica batterie del telefono satellitare? E quello dei cellulari?…..e le carte stradali….. – ti sei ricordato di staccare quella dell’Asia centrale dallo specchio della camera? No! Abbiamo dimenticato una delle carte stradali fondamentali ….l’unica che avevamo degli stati che visiteremo oltre il Mar Caspio! Inutile pensare di poter viaggiare con il solo ausilio del navigatore. Le mappe contenute sul Garmin sono così sommarie da sembrare uscite dalla censura del più inespugnabile stato comunista. Siamo così felici di partire che dopo poco non ci pensiamo più ed in un baleno siamo a Trieste, dalla quale vediamo l’ampio specchio di mare prospiciente, poi siamo immediatamente in Slovenia, dove la strada si torce sul verde terreno collinare allontanandosi leggermente dalla costa. Il richiamo del mare è forte e scaturisce nella decisione dell’ultimo minuto di raggiungere Sarajevo percorrendo la litoranea anziché l’autostrada che passa dall’interno. Pula anziché Zagabria….l’opzione ci piace e così lasciamo l’autostrada per percorrere la comoda statale che corre ad una decina di chilometri dal litorale, l’acqua trasparente del quale rimane per il momento un ricordo lontano. Il controllo dei passaporti alla frontiera della Croazia ci coglie di sorpresa ma certo non impreparati….sembra un controsenso che a poche ore d’auto da casa non si debba essere ancora in Europa…quando paesi così lontani sia geograficamente che culturalmente ne siano entrati a far parte in tempi più o meno recenti. Mentre osservo la stretta fascia croata sulla mappa dell’Europa l’attenzione va ai vicini Parenzo e Rovigno che furono i primi obiettivi raggiunti nelle mie gite di adolescente in barca a vela….e Dugi Otok, l’isola lunga e spoglia che non si riusciva mai a traguardare. Poi l’attenzione cade su Porec, un paesino sulla costa famoso per la sua basilica bizantina Eufrasiana del VI secolo. Siccome il tema di questo viaggio è proprio Bisanzio e la sua stupenda architettura sacra, perché non iniziare con questo gioiello patrimonio dell’umanità? La deviazione e la visita ci impegnano per una piacevole oretta. La strada che conduce al mare è circondata da vigneti e campi coltivati che assecondano il terreno mosso in larghi poggi che arrivano al mare. Il paesino di Porec è tirato a lucido…i fondi Unesco sembrano essere stati ben spesi nel rendere piacevole e curato il piccolo centro storico. La tipica pavimentazione di pietra lucidata dall’uso delle stradine che percorriamo per raggiungere la basilica riflette la luce di questo sole intenso. Un paio di campanili emergono dal centro abitato fatto di case basse coperte con tetti di coppi che si protendono dentro il mare blu della baia come galleggiando su una piccola penisola. Una piacevole brezza ci accompagna nella breve passeggiata lungo il corso principale largo pochi metri ed illuminato dal riflesso del lastricato lucente. Gli edifici vi si affacciano leggeri, in cromatismi chiari impreziositi con qualche fregio in pietra. Sul fondo di un breve vicolo in ombra che si apre sulla nostra destra, un portale di pietra sormontato da una lunetta mosaicata in oro segna l’accesso alla preziosa basilica. Entriamo dapprima nel piccolo incantevole chiostro, quindi nella basilica che si apre su uno dei lati porticati. Alla sobrietà esterna tipica dell’architettura bizantina, si contrappone la ricchezza dei mosaici dell’abside dove un Cristo assiso campeggia su un prezioso fondo oro. Pulvini a piramide tronca rovescia segnano la base delle arcate che si inseguono sui due lati della navata principale…..ripenso a quelli della magnifica San Apollinare in Classe di Ravenna e me ne sento orgogliosa….la bellezza delle chiese bizantine della mia città natale rimane insuperata. Torniamo al parcheggio passeggiando lungo il percorso pedonale che costeggia la baia blu intenso…..alla nostra destra gli alti muri di pietra che delimitano l’area di pertinenza della chiesa. Camminiamo immersi nell’aria piacevolmente tiepida, la brezza ci regala un equilibrio termico perfetto mentre osserviamo la vegetazione acquatica immersa nell’acqua trasparente che stimola ad un bel tuffo. L’immobilità della scena è interrotta dall’avvicinarsi di un gommoncino mandato a motore……siamo felici. Ancora vigne e campi coltivati nel paesaggio mosso dell’Istria sfilano ai bordi della strada verso Pola che raggiungiamo alle 19. Il mio ricordo di Pola risale ai tempi di Tito, lontano più di 30 anni. Forse proprio per via di quel ricordo non positivo decidiamo di baipassare la città ed il suo famoso anfiteatro per scendere direttamente alla penisola Verudela stretta tra un ampio porticciolo e la baia della città che vediamo lontana dalla finestra vista mare dell’Hotel Brioni….un piccolo capolavoro di architettura anni ’70 a due passi dalla spiaggia. Il sole scende fino a scomparire all’orizzonte, sul mare ora nero. Noi siamo stremati….strano, in fondo abbiamo fatto poco più di 500 km!


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