08 Dicembre 2005

USHUAIA – RIO GRANDE – PORVENIR

Carolina oggi non vuole partire. Sono già le 11 quando Vanni girando la chiave di accensione non ne ottiene nessuna risposta. Dramma. Trova poi qualcuno che lo traina ed ecco che si parte nuovamente verso Rio Grande per poi risalire verso Porvenir ed il Cile. Raffaella nel frattempo legge di una deviazione di 40 km che ci proietterà in paesaggi bellissimi. La strada non si è poi rivelata ricca di scorci interessanti come promesso dalla guida ma percorrendola arriviamo sulla costa dove un relitto arrugginito è adagiato sulla sabbia…sono state molte nel corso dei secoli le navi arenatesi da queste parti in seguito a fortunali qui particolarmente devastanti per i navigatori. Mi piace questo grande ammasso di ruggine, è pittoresco …ne valeva la pena! Arriviamo a Rio Grande con la necessità di trovare un’officina per Carolina che stenta sempre a ripartire…ma è l’8 dicembre anche per gli argentini….nel girovagare in cerca di qualcosa o qualcuno ecco un tizio disposto a telefonare ad un elettrauto che conosce. Vanni è un genio nel convincere gli altri ad aiutarlo. L’elettrauto ci offre immediata assistenza e perdipiù gratuita…che persone esistono ancora qui in Argentina! Cerchiamo un albergo decente, ma sembra tutto pieno. Ripieghiamo all’ Hostaria Patagonia dove una camera microscopica e triste, con i letti appoggiati ai due muri laterali ci accoglierà fino a domani. Ci consoliamo con la cena.

09 Dicembre 2005

PORVENIR – PUNTA ARENAS

Lasciamo con piacere l’ angusta cameretta con stufa a gas non revisionata da chissà quanto tempo. Quando il proprietario ci aveva consigliato di dormire con la finestra semiaperta per motivi di sicurezza ho temuto di addormentarmi per non risvegliarmi più finendo i miei giorni qui a Rio Grande dove nemmeno la cena poteva considerarsi una degna conclusione. Partiamo presto…sono le 9 al YPF per il rifornimento di rito… siamo diretti a Porvenir, un piccolissimo paese cileno dal quale salperemo per Punta Arenas. Un pugno di case ci appare in fondo alla strada che stiamo percorrendo a velocità ridotta, cerchiamo di scorgere l’approdo dal quale partirà alle 14.00 l’unico traghetto giornaliero che quindi non possiamo perdere. Siamo in perfetto orario…sono appena le 13.00…ma non vediamo nessun traghetto nella baia grigia sulla quale il tranquillo e colorato paesino si affaccia. Prendiamo informazioni nell’unica area di servizio dove ci dicono che gli orari variano giornalmente e “fortunatamente” quello di oggi salperà alle 19…che fare? Raccolgo qualche bella conchiglia sulla spiaggia e scatto qualche foto alle barche di legno colorate di giallo che risaltano come finte sullo sfondo grigio dell’acqua e del cielo. Un pellicano ci osserva appollaiato in cima ad un palo che spunta dall’acqua . Entriamo nell’unica casetta vicina all’approdo, è di un azzurro intenso ed ha tutta l’aria di essere accessibile. Ci accoglie Juan un barbuto cileno dagli occhi buoni che vive qui da anni. Mentre aspettiamo l’arrivo della cuoca che ci preparerà la centolla ci racconta delle sue origini isolane nel nord del Cile. Poco fa avevamo visto scaricarne a centinaia dalla stiva di un peschereccio. I marinai riuscivano a metterne solo tre in una cassetta grande da frutta che poi caricavano nel camion vicino…ottima scelta, il granchio che Juan ci porta sul tavolo è strepitoso..il primo veramente fresco e buono che abbiamo mai mangiato. Juan ci informa che oggi è l’ultimo giorno di pesca del King Crab che riprenderà solo tra qualche mese per consentire loro di riprodursi in santa pace. Ci rassegnamo alla certezza che quello che stiamo mangiando è il primo e sarà anche l’ultimo granchio fresco che mangeremo nel corso del viaggio. Juan, che ormai consideriamo un prezioso amico per il piacere infinito che ci ha appena regalato, è originario di Chiloè. Interessante e molto cordiale nonostante sia Cileno, gli chiediamo di bere con noi un bicchiere del nostro ottimo Sauvignon che rifiuta gentilmente mentre si versa un bicchiere del suo rosso che estrae dal bancone. Continuiamo a parlare con lui a lungo ed a sfogliare i due album di fotografie che ci porge, raccontano delle escursioni estreme che organizza in terra del fuoco con canoa e tende per clienti decisamente giovani ed avventurosi. Usciti strapieni e ubriachi affrontiamo il piccolo museo del paese, ahimè pieno di uccelli imbalsamati, e poi un lago poco distante dove il vento fortissimo non ci permette quasi di uscire dall’ auto. Ci imbarchiamo finalmente alle 18.30, il mare è mosso per il vento forte e la Carolina laggiù nella stiva aperta si bagna sotto gli spruzzi delle onde. Punta Arenas è illuminata dalle deboli luci del tramonto quando arriviamo, sono le dieci di sera. Troviamo un paio di camere confortevoli all’ Hotel Isla Rey Jorge, noi occuperemo la camera mansardata con rosone a vetri colorati ed un arredamento in stile marinaro. Nella hall un bellissimo addobbo natalizio ai lati del camino restituisce una atmosfera quasi familiare decisamente avvolgente…ceniamo in hotel e poi su fino alla mansarda che vogliamo proprio goderci.

10 Dicembre 2005

PUNTA ARENAS – PUERTO NATALES

Macedonia e tè alle 10 poi visita al Palacio Mauricio Braun. Il palazzo, ora museo, ha mantenuto tutti gli arredi originali dei primi del ‘900 francese art nouveau. Esattamente così come i loro proprietari, esponenti della ricca borghesia dello scorso secolo, l’avevano lasciata. Ne apprezziamo la grandeur avventurandoci all’interno delle varie sale e saloni, camere e bagni del piano nobile con boiserie di legno e marmi e vetrate decorate dei fiori sinuosi che tanto piacevano a quei tempi per spostarci poi al piano terra, il motore della casa, dove vediamo i rudimentali impianti di riscaldamento dell’aria e dell’acqua, la grandissima cucina dove venivano preparati trionfali banchetti, le camere della servitù ed una vecchissima lavatrice forse uno dei primi esemplari, con caricamento dall’alto. Vanni sempre affascinato dalla meccanica in generale ne è conquistato.
Partiamo per Puerto Natales verso mezzogiorno concedendoci come diversivo una sosta all’ “Estancia Rio Verde” i cui edifici in stile “magellano” sono perfettamente conservati. Un bel tuffo nel passato arrivatoci intatto ma non del tutto godibile. L’edificio padronale infatti è occupato dai militari per ospitare i seggi delle prossime votazioni…ci accontentiamo di osservare dall’esterno l’edificio di legno a doghe bianco e verde. Puerto Natales è perfettamente allineata alle città del sud argentino già visitate, con le piccole case ad un piano tutte rivestite di lamiera ondulata o liscia dalle tinte a volte accese….anche qui i rigori del clima ne impongono le scelte formali. Troviamo un albergo decente ed un buon ristorante dove assaggiamo l’ottimo ceviche al coriandolo. Poi passeggiando per le strade poco frequentate del paese vediamo i tanti addobbi natalizi a decorare le finestre di queste case d’altri tempi con le tendine di pizzo ed i giardinetti ben curati. Rientrando ci fermiamo di fronte ad una vetrina che nel contesto ci sembra in controtendenza. Due ragazzi stanno allestendo con bellissimi pezzi di gioielleria le mensole di legno…sono meravigliosi ..un trionfo di turchesi, lapislazzuli, smalti e fossili di conchiglia variamente composti a formare originalissimi e vistosi gioielli. Un bracciale in particolare ed un anello a imbuto mi tentano ma i costi sono altissimi…svariate migliaia di euro sono eccessive per un souvenir e quindi passiamo oltre . Domani ci aspetta il Parco del Peine.

11 Dicembre 2005

PARCO DEL PEINE

Oggi ci aspettano 150 km. di sterrata per raggiungere il Parco del Peine ….il più bello del Sudamerica leggiamo sulle guide. Ancora buche e strade dissestate, ma ci concediamo subito una sosta incuriositi dalle centinaia di bottiglie di plastica vuote che vediamo disposte attorno a piccoli altari disposti sui bordi della strada…. si tratta di una originale forma di divinazione per la quale lasciare una bottiglia vuota come offerta alla vergine porta fortuna agli automobilisti…. particolari questi cileni! Dopo circa 25 km da Puerto Natales, nelle pendici delle montagne del Cerro Benitez ci fermiamo a vedere la famosa “Cueva del Milodòn” ….. una grande caverna che si formò per erosione in seguito allo scioglimento dell’enorme strato di ghiaccio che la riempiva durante il quaternario. La caverna fu abitata da ominidi dei quali si sono trovate tracce e prima ancora dal mylodon, un bradipo terrestre gigante che si estinse alla fine del Pleistocene ovvero 5.000 anni fa e del quale furono rinvenuti qui i resti. Ciò che rimane di lui è un grande monumento che ne riproduce le ipotetiche forme ed una bellissima grande caverna rischiarata appena dalla luce che penetra dalla bassa apertura d’entrata…. la roccia bianca del fondo che risalta sulle pareti scure restituisce un’immagine quasi lunare di questo antichissimo rifugio e la piacevolezza che ne risulta spiega perché questo luogo fu eletto a residenza da gruppi di ominidi che vi abitarono in compagnia dei loro animali migliaia di anni fa. Raggiungiamo dopo ore l’obiettivo finale di oggi e come sempre scatta l’operazione di ricerca dell’ hotel che qui sarà scomoda per la grande distanza che li divide ….. così dopo qualche chilometro dall’ingresso nel parco deviamo di trenta chilometri attraverso una sterrata per andare a vedere quello più papabile. Il “Torres” ci appare come un edificio piuttosto esteso in mattoni, è nuovissimo ed accattivante collocato ai piedi delle alte cime in una stretta vallata verde. Sono disponibili due matrimoniali superior da 250 USD che dopo la strenua contrattazione di Raffa ci vengono proposte a 150 USD. Angelo solleva il problema che pernottare qui significherebbe doverci spostare sempre di parecchi chilometri ad ogni escursione..quindi si riparte, anche se la maggioranza sarebbe volentieri rimasta, dirigendo il muso di Caterina verso altre mete. Attraversiamo bellissime vallate costellate di laghi verde smeraldo definiti in alto dalle montagne scure del gruppo del Peine striate dalla neve che si sta sciogliendo in modo disordinato. Ancora oltre verso il cielo ecco svettare le rocce strepitose del Torre Peine le cui punte sono stranamente scure. I numerosissimi guanaco, agili animali simili ai lama e dal prezioso manto color cannella, sembrano essere abituati alle auto ed ai clic delle macchine fotografiche e si lasciano avvicinare senza problemi incuriositi piuttosto che spaventati …… forse anche per questo sono a rischio di estinzione. Ma ecco che in sosta ad un mirador che si affaccia su un lago che sembra incantato talmente è bello, arriva una volpe. E’ la mia prima e sembra saperlo perché sceglie me e si avvicina . Dopo il reportage fotografico da star che le dedico mi accorgo che mi segue verso la macchina…non so come fare ad allontanarla, ma in fondo è un animale e come tutti vuole cibo, le tiro qualche prugna secca che sembra gradire. Proseguiamo a vedere qualche altro hotel decisamente sotto tono ed approdiamo infine dopo circa due ore di sterrata sempre più disagevole al mitico hotel “ Lago Grey” dalla meravigliosa vista sul lago omonimo e sul ghiacciaio che vi si protende. Ci godiamo l’aperitivo di benvenuto comodamente seduti di fronte a tanta bellezza incorniciata dalle grandi finestre del bar….ma l’armonia viene presto vanificata dall’incazzatura sopraggiunta poco dopo. Sono stanca di dover sempre rinunciare alle camere migliori …. e oggi per par condicio ci eravamo messi d’accordo sul fatto che la matrimoniale con vista doveva essere la nostra…… non lascio perdere e mi incazzo, beccandomi per di più un bel mal d testa. Senza cena ed incazzata come un puma in gabbia aspetto Vanni nella camera doppia con vista cespuglio che dovevano occupare loro.

12 Dicembre 2005

LAGO GRAY

Mi risveglio tranquilla e leggera più che mai…mi peso e…sorpresa….sembro rientrata nei parametri….. Vanni è invidioso, l’ago della bilancia per lui non è sceso e la cintura continua a dover essere allentata dopo ogni cena. La mia soddisfazione so già si sgretolerà domani mattina quando salirò sull’infernale attrezzo…ma che importanza può avere di fronte al godimento del crème caramel da brividi che mi sono sparata oggi. Ma riprendiamo il discorso dal dopo colazione che ci vede protagonisti di una escursione a piedi sulla spiaggia del lago a poche decine di metri dall’ hotel. Vediamo da vicino gli iceberg azzurri, gli stessi visibili anche dalla finestra della suite che oggi hanno assegnato anche a noi e che ieri scorgevamo un po’ defilati. Il sentiero prosegue oltre la spiaggia verso una piccola penisola che percorriamo lungo il suo perimetro scorgendo via via altri begli scorci sul lago. Dalla camera la vista è fantastica e mentre scrivo vedo le chiome di un grosso albero piegate dal vento fortissimo, le cime innevate del Peine, il ghiacciaio Gray in fondo al lago, gli iceberg e la luna quasi piena che sta scomparendo dietro una grossa nuvola. Spero di vedere alcuni cervi che qualche ora fa Vanni ha visto passare proprio qui davanti….ma è probabile che a quest’ora siano a riposare da qualche parte qui attorno…sono già le dieci ma la luce è ancora forte. Amo Vanni moltissimo.

13 Dicembre 2005

PUERTO NATALES

Oggi il cielo è grigio e gocciolante ma decidiamo di andare comunque a vedere le cascate, un mirador ed un fantastico hotel sul lago che ha avuto riconoscimenti nazionali come progetto vincitore di un concorso di architettura. L’edificio appare come un grande tronco geometrizzato appoggiato in parte sul terreno scosceso che si affaccia sul lago. Le doghe di legno sono di colore bianco sporco. Entriamo da un ingresso secondario ma intrigante…sembra essere la coda dell’edificio, una passerella i cui parapetti sono il prolungamento delle doghe del corpo principale, sale verso la facciata stretta senza finestre, una piccola porta ci proietta all’interno dove superfici piegate in linee morbide ci accompagnano lungo gli spazi funzionali delle aree comuni. Una serie di finestre a nastro lasciano entrare il paesaggio pittoresco ed irregolare sul quale come un gioiello di perfezione e rigore l’edificio si colloca. Sono già le quattro del pomeriggio quando decidiamo di tornare a Puerto Natales dove saremo tutti più indipendenti, torniamo all’ hotel “Salto del Peine” dove ci accoglie la cortesia già sperimentata qualche giorno fa. Andiamo da Alice per una cena tète a tète , qui le squisitezze non mancano e per un mix di componenti positive tornano il buon umore e l’armonia. Mangio un ottimo ceviche di pesce e poi merluzzo con spinaci al vapore…il tutto accompagnato da un Sauvignon blanc delicatissimo. Vanni riesce a farsi preparare una tartare di carne non proprio canonica ma, a giudicare dall’entusiasmo con il quale la divora, buonissima. Siamo felici, sereni e con un bel sorriso stampato sulle labbra. Una breve passeggiata per le vie di questa ormai familiare cittadina ci riporterà infreddoliti verso l’ hotel. Il vento si è alzato di nuovo questa sera ed ogni tanto una spruzzatina di pioggia ci bagna il viso…unica parte esposta…con i piumini che indossiamo sembriamo due Babbi Natale…. assolutamente in tema con i numerosi addobbi natalizi, sempre uguali in ogni parte del mondo, ghirlande, alberi decorati, palline di vetro colorato, nastri di raso rosso, luminarie e gli immancabili copricapo rossi a punta bordati di peluche bianco. Ci addormentiamo sereni.

14 Dicembre 2005

PUERTO NATALES

Mi sveglio all’alba carica di sogni inquietanti, respiro a fatica oppressa dall’ansia con le immagini che ancora scorrono come fotogrammi impazziti dietro i miei occhi. Vanni riposa nel letto singolo di fianco a quello matrimoniale dove ci eravamo addormentati insieme….. ci rimango sempre molto male quando mi accorgo che preferisce dormire da solo … ma poi penso che durante il sogno di questa notte devo aver scalciato come una tarantolata. Alle 11 esco sola, il vento è ancora forte e piove. Cammino sul lungomare per individuare l’ internet point visto ieri passando con l’auto e che mi sembrava carino. Trovo il “Concepto Indigo” non senza difficoltà…l’immagine che rimane impressa sfrecciando veloci con l’auto è spesso diversa da quella statica…ma eccolo con finalmente con le grandi finestre affacciate sul porticciolo del paese. E’ piacevole fare colazione qui…solo un gruppo di giovani clienti e tanta calda atmosfera mi fanno sentire benissimo, scrivo qualche e-mail e penso che ogni tanto stare soli è necessario. Alle 16 andrò dalla parrucchiera consigliatami dalla proprietaria dell’ hotel…non voglio pensare a come ne uscirò. Ma ora eccomi di fronte allo specchio nel quale si riflette un albero con fiocchi rossi e lucine intermittenti sullo sfondo ed il mio viso in primo piano incorniciato dalla chioma impiastricciata di colore. Gloria è una signora tra i 50 e i 60 anni, bassa ed in carne, ma con le gambe sottili che si muovono sicure nonostante gli alti zatteroni bianchi. Ha il sorriso simpatico e si muove con una disinvoltura estremamente femminile. L’anziano signore che si sta facendo tagliare i capelli ne sembra conquistato. Esco dopo tre ore soddisfatta…Vanni apprezza il taglio leggermente corto che, dice, mi ringiovanisce. Dopo una breve passeggiata andiamo per l’aperitivo al “Cocepto Indigo” che piace anche a Vanni. Compro un paio di bellissime pecore di cartapesta che si aggiungeranno alla mia esigua collezione. Cena al “Maritimo” dove non mangiamo benissimo poi andiamo in passeggiata digestiva. Siamo felici.

15 Dicembre 2005

PUERTO NATALES – FIORDI CILENI

Mi sveglio con la sensazione di aver dormito più del dovuto…devo avere la pressione bassissima, sento una spossatezza che renderebbe arduo fare qualsiasi cosa..anche forse pensare. Vanni tenta qualche avance poi rinuncia al pensiero che avrei anche potuto svenirgli tra le braccia. Mi riprendo dopo una bella doccia ed il tè ormai di rito per la colazione. Un lungo elenco di cose da fare prima della partenza scandirà questa mattinata di metà dicembre. Scorta di frutta, acquisto di pecore per la collezione, un salto all’ internet café, la ricerca dell’immancabile salamino da viaggio ed un sopralluogo al porto per capire i tempi e le modalità dell’ imbarco. La giornata scivola via tra le stradine ed le bancarelle di frutta di Puerto Natales, arriviamo puntuali al check-in delle 18.30 ma l’imbarco sarà alle 21.00. Abbiamo tutto il tempo di tornare al “Concepto Indigo” diventato ormai il nostro baretto di riferimento. Vado nella piccola stanza dedicata allo shopping e vedo degli scalda collo originalissimi, formati da pon pon di lana sistemati lungo un cordone sempre della stessa lana. Li provo e mi piacciono, è come indossare una morbida enorme collana. Vanni e Angelo intanto giocano interminabili partite a backgammon mentre bevono e mangiano qualcosa, Raffaella che mi ha consigliata sugli acquisti ora è seduta accanto a me al computer. Rispondo alla mail di Giovanna che ha solleticato la mia curiosità alludendo ai tanti km percorsi da “Francesca”, la protagonista del libro che sta scrivendo per noi. E siccome Francesca sarei proprio io filtrata dalla sua immaginazione sono curiosa di sapere dove si trova ora questo mio alter ego in viaggio verso l’Africa dove ripercorrerà un viaggio già fatto vivendo emozioni già vissute. Eccoci poi ad optare per una pizza veloce in un ristorante aperto pochi giorni fa e molto trendy. La pizza naturalmente è orribile ma il localino niente male. E’ sera quando finalmente saliamo sulla “Magaellanos”, la nave cargo adattata ad ospitare anche passeggeri, dove prendiamo possesso della nostra AAA cabina 137. E’ piuttosto spaziosa ma i due lettini sono a castello…povero tesoro, Vanni dovrà cavallerescamente occupare quella in alto arrampicandosi sulla strettissima scaletta a pioli per quattro notti…. ha già comunicato che ha il terrore di poter cadere giù durante il sonno. L’arredo è decisamente demodé ed anche la finta pelle del divanetto in fondo alla cabina lascia il tempo che trova…ma è la nostra cabina ed ora la sentiamo già più accogliente di prima. Dal ponte superiore vediamo un bellissimo tramonto mentre la nave diffonde nell’aria il rumore dei motori accesi, da questa prospettiva anche Puerto Natales sembra più bello, vediamo in lontananza anche il nostro hotel nel quale ci sentivamo come a casa. Unica nota davvero dolente è il divieto di fumare in tutti gli spazi interni della nave, cabina compresa….ed io ne sento già una gran voglia! Non appena anche Carolina sarà imbarcata allora saremo davvero pronti per partire…orario previsto le 4 del mattino…chissà cosa vedremo al nostro risveglio.

16 Dicembre 2005

FIORDI CILENI

Inizia il secondo tomo del nostro diario di bordo, un quaderno gentilmente cedutomi da Raffaella che lo aveva ricevuto in omaggio da John del ristorantino di Pourvenir. Quando mi sveglio mi accorgo osservando dall’oblò che siamo già in navigazione…. è sempre meraviglioso per me dormire cullata dalle onde. Ciò che vedo uscendo sopra coperta è il paesaggio montuoso che si inabissa a 360° nelle profondità marine. Sono montagne quasi prive di vegetazione, per lo più rocciose e con le cime nascoste tra le nuvole….. non resisto molto, fuori è freddo ed il vento soffia fortissimo così mi riparo in un angolino e addossata ad una paratia leggo per una mezz’oretta. Persino la mascotte della nave, un cucciolo di pastore tedesco, rientra inseguendo un paio di passeggeri che gli aprono la pesante porta che da accesso al bar…. quando infine rientro lo vedo accovacciato sulla poltrona di fianco a Vanni che sta leggendo un libro tra un’occhiata e l’altra che gli rivolge. Fuggo a pranzo…. non ho appetito ma sono curiosa di vedere la nostra saletta da pranzo che a colazione non ho avuto modo di provare. Angelo e Raffaella sono seduti di fronte a due ciotole piene di una zuppa indecifrabile e conversano con un uomo dell’equipaggio che sta pranzando di fianco a loro. E’ il responsabile della sala macchine che ci invita per un sopralluogo laggiù nel cuore della nave dove il frastuono accompagna la produzione dell’energia propulsiva. Infine mi ingolosisco anch’io di fronte al piatto vegetariano, un gustoso mix di cavolfiore in crema di peperoni e riso. Mentre in cabina raccolgo le idee per scrivere arriva Vanni dicendo di essere il pirata di bordo…. quel libro di Sepulveda, “Patagonia Express”, non gli fa bene! Ne è commosso nella misura in cui il protagonista ha fatto ciò che avrebbe fatto lui nella sua vita, l’avventuriero! ….. mi confida che suo padre gli ha sempre fatto presente che se non avesse seguito i dettami della famiglia, ovvero studiare e lavorare, gli avrebbe fatto fare il pastore. A quell’epoca rimase impressionato dalla minaccia e ciò ha fatto si che lui non potesse assecondare la sua vera natura. Propone un briefing alle 18…. i temi da trattare nel corso della riunione sono: – felicità del femminile, – sesso ed effetti collaterali…. la riunione si concluderà con prove pratiche degli argomenti trattati ed esercizi fisici mirati al rassodamento dei glutei….. la vita di bordo ci annoia molto! La cena dopo l’allenamento è ancora più gustosa e così assaggiamo il fantastico salmone con riso ed una gelatina intensamente rossa con panna montata al sapore di ciliegia….. qui i coloranti non sono ancora stati messi al bando. Intanto l’odore di pecora avanza e dopo aver invaso gli spazi comuni ed i corridoi di servizio sta attaccando anche la nostra cabina….. chissà quante saranno laggiù nella stiva…. che viaggio! Fuori il maltempo incombe, che peccato…. avrei voluto vedere la luna piena illuminare questi bellissimi fiordi. All’interno della nostra cabina Janez, come ama essere chiamato Vanni, reso molesto dai due whisky del pomeriggio ed i tre calici di vino della cena riposa nella sua tana, tutto coperto e con le tendine tirate come in un loculo….. dice di amarmi ma anche di sentirsi infelice perché io non lo capisco…. deve essergli venuta una sbronza triste!

17 Dicembre 2005

FIORDI CILENI

Oggi la sveglia ha suonato alle 7.30 per la visita del villaggio di Puerto Eden che incastonato tra i fiordi conta ben 174 anime tra cui una piccola comunità di indios Qawashqar. Indossato il giubbotto di salvataggio saliamo sulla scialuppa per coprire le poche centinaia di metri che ci dividono dal pugno di case colorate che si trovano tutte a monte di una passerella di legno a palafitta lunga quanto l’intero villaggio. Completamente isolati via terra, l’unico contatto che gli abitanti di Puerto Eden hanno con il resto del mondo è proprio con i turisti che arrivano a bordo della Magellanes due volte la settimana. Ciò che conservo dell’esperienza di oggi è una conchiglia che odora di mare, gli occhi profondi di una anziana signora della tribù e le foto che immancabilmente eterneranno i colori e le forme di questo posto triste dove ogni giorno dell’anno piove almeno un pò. A pranzo conosco Miguel, un signore sui sessanta che ostenta al dito mignolo un anello con una pietra troppo rossa. E’ simpatico….. tra le varie cose mi racconta che è in viaggio per motivi di salute, andrà a Conception e poi a Santiago in visita alla madre…. è timido credo. Non dev’essere la sua prima volta a bordo di questa nave perché mi informa che tra poco usciremo dai fiordi ed affronteremo il temutissimo mare aperto…. il più incazzato del pianeta…. staremo a vedere. In effetti l’onda lunga si sente e dopo una cena frugale torniamo in cabina storditi e ci addormentiamo poco dopo le nove. Quando verso le quattro del mattino mi sveglio sono ormai sazia di sonno ed il mare è molto più tranquillo… sul ponte non c’è nessuno, tutti dormono. Di fronte a me prende vita piano piano un chiarore debole dietro le nuvole eppure è ancora troppo presto per l’alba…. Dopo qualche minuto si svela il mistero… è la luna che finalmente emerge dalla fitta coltre di nubi. E’ bella come sempre ed è solo mia questa notte.

18 Dicembre 2005

FIORDI CILENI – PUERTO MONTT

Il ticchettio ritmato alla porta mi fa rientrare velocemente dai sogni…. è l’inserviente che vorrebbe rassettare la cabina. Vanni è seduto a leggere in fondo alla sala del bar, mi sorride, ci baciamo. E’ giunta l’ora di dare il presentino al capitano della nave così andiamo nell’affollatissima sala di comando dove un canuto signore non alto e dall’aria vivace manovra la leva che gestisce la potenza della nave…. proprio ora stiamo incrociando il traghetto gemello, il “P. Eden” ed è tutto un susseguirsi di segnali acustici sparati a caso solo per sancire la fratellanza e la gioia dell’evento…. non succede mai nulla lungo questa rotta e così tutta l’energia inespressa fino ad ora esplode nei saluti dei passeggeri che agitano le braccia e scattano foto all’impazzata. Dal ponte della “P. Eden” arrivano il bagliore di qualche flash ed i colori di una moltitudine di corpi. Vanni non ne può più per la noia di questa crociera su questo traghetto puzzolente ed anch’io penso al momento del nostro sbarco di domani con un grande senso di liberazione…. in fondo vedere i fiordi dal mare non è stato un granché ma ci siamo risparmiati due giorni o più di viaggio in auto. Serata bingo.

19 Dicembre 2005

PUERTO MONTT – CASTRO

Il cielo è ancora grigio quando lasciamo la nave, senza perdere tempo ci avviamo verso l’isola di Chiloè e verso un fantastico sole. Ostriche sulla spiaggia di Caulin e poi bagno nell’acqua gelata del Pacifico. Siamo immersi nelle ginestre che rigogliose arrivano fino alla spiaggia in enormi cespugli mentre noi ci lanciamo a bordo di Carolina in una corsa sul bagnasciuga che ci libera dalla immobilità dei giorni scorsi. Nuvole gialle ci accompagnano nel corso della giornata fino alla spiaggia dei pinguini e poi a Castro dove una magnifica cattedrale interamente di legno ci commuove per la sua calda atmosfera.

20 Dicembre 2005

CASTRO

Dopo aver contemplato il bellissimo duomo andiamo in visita alle palafitte di Castro…. il sole scalda molto, stiamo bene. I colori delle casette a palafitta sono vivacissimi, la loro insalubrità sembra proporzionale al loro romanticismo. Dedichiamo il pomeriggio alle belle chiese dell’isola tutte rivestite di scandole di legno che come squame ne rivestono la struttura dello stesso materiale…. non avevo mai visto altrove chiese di legno così elaborate, con colonne, capitelli volte e costolonature insomma proprio tutto di legno…..ma il cielo si fa presto nuvoloso. Al rientro siamo stanchi, il grigiore e le sterrate ci hanno messi a dura prova. Dopo cena c’è sempre Onassis, il simpatico proprietario dell’hotel che ci viene incontro per un saluto e per un gin tonic condiviso. Sembra trovarsi molto bene con Vanni e riserva a me dei lusinghieri complimenti. Dimenticavo di parlare dell’oceano nebbioso nei suoi colori grigio verdi, dell’imponenza delle onde e di Carolina che corre vicinissima alla riva mentre due donne meravigliose camminano come rapite.

21 Dicembre 2005

CASTRO – CAULIN

A colazione c’è ancora Onassis che aspetta Vanni. Mentre fanno colazione insieme il tipo ribadisce che Vanni è un uomo fortunato…. lui non sa che questa mattina l’ho respinto in malo modo perché non sopporto di essere svegliata per l’amore…. Lo incontriamo di nuovo mentre stiamo salendo in auto…. ci fotografa e ci da la sua e-mail facendoci sentire degli ospiti davvero speciali. I ragazzi che raggiungiamo poco dopo non sono in forma e preferiscono fare un breve giro per poi arrivare presto a Caulin dove avevamo già deciso di tornare per bissare il fantastico pranzo all’ “Ostras restorant”. Attraversiamo molti piccoli villaggi sperduti tra le colline e collegati da sterrate scomodissime, così come pugni di case sgangherate sulla spiaggia con polli e maiali che cercano qualcosa da mangiare tra la sabbia. Il lodge che ci accoglie a Caulin è tutto di legno e con il soggiorno che si affaccia sul mare in ampie vetrate…. speriamo di avere presto anche la luce e l’acqua calda oltre a questa vista bellissima. Poco dopo arriva la decisione unanime di rimanere un altro giorno… seguono le gustosissime ostriche fritte del nostro ristorante preferito ed un tramonto mozzafiato sulla bassa marea che si tinge di rosa, piena di uccelli che ne approfittano per mangiare qualche mitile emettendo suoni canori, infine la luce rossa del sole che sembra incendiare il meraviglioso bosco di ginestre alle nostre spalle. Il backgammon davanti alla vetrata sul mare conclude la serata mentre Vanni recupera qualche pezzo di legno per scaldare il nostro nido.

22 Dicembre 2005

CAULIN

Il naso è gelato al risveglio ma dopo aver acceso il fuoco nella stufa il nostro bozzolo di legno diventa presto caldo. Mi siedo fra le vetrate d’angolo ed è come essere fuori ma senza quel venticello che vedo muovere le foglie. Raffaella sta passeggiando sulla spiaggia mentre Vanni sta facendo le sue abluzioni di rito…. Pomeriggio di relax nella nostra casetta con letture ed altro ed è subito l’ora di cena. E’ così che alle 19.40 ci avviamo per una passeggiata verso il ristorante, accompagnati dal canto degli uccelli e da un esordio di tramonto sull’acqua ora immobile. Quello che ormai è diventato il nostro ristorante ci offre come sempre un ottimo servizio e soprattutto quelle ostriche prelibate che da giorni sogniamo anche la notte. In pieno tramonto ci aspetta la talassoterapia in una piccola vasca circolare occupata in parte da una caldaia a legna arrugginita che dal primo pomeriggio scalda l’acqua nella quale ci immergeremo. Dopo un attento esame della caldaia Vanni scopre che è zavorrata con un motorino di avviamento Mercedes 12/22 ed una putrella doppia T da 120 mm e subito dopo che l’acqua è ustionante ed ha in sospensione delle palline di polistirolo e qualche mosca lessata. Vanni che teme spesso per la sua incolumità ora ha paura di finire bollito! …. così dopo essersi lamentato presso la reception viene aggiunta acqua fredda, le candele sul bordo vasca ed una caraffa di vino bianco gentilmente offerta dalla direzione. Iniziamo il ciclo delle immersioni nell’acqua salata ancora caldissima e delle emersioni fumanti per compensare la temperatura corporea alle stelle, il tutto in uno scenario spettacolare. Il cielo sempre più buio scopre le stelle sempre più numerose fino a mostrare l’intera via lattea…. è come vivere in un film con tanto di effetti speciali culminanti nell’effetto torcia di Vanni quando riemerge nell’aria fresca. Presto ci raggiungono i ragazzi in compagnia di due ragazze italiane che hanno appena conosciuto… si uniscono a noi condividendo l’incredibile piacere di questa magica e insolita serata dedicata alla talassoterapia che sembra catalizzare l’interesse di molti, compresa una signora del luogo troppo allegra per non essere ubriaca che dice di essere la proprietaria del nostro lodge, la duenia. Invita Angelo a sdraiarsi sull’erba dopo l’immersione…. è un toccasana dice. Dopo un’oretta spompati usciamo tutti, ci aspetta un bicchiere di prezioso vino rosso gentilmente offerto dalle ragazze…. è un Carmenère, un vitigno che i preti missionari importarono attorno al 1600 e che ora si è completamente estinto in Europa distrutto dalla filossera….. che peccato, è buonissimo!

23 Dicembre 2005

CAULIN – VILLARRICA

Lasciamo Chiloè e la bella Caulin nella tarda mattinata. Vanni ha finalmente avuto una soffiata per l’acquisto delle pelli di vacca che cerca da mesi….. ma si tratta di un falso obiettivo…. ci accorgiamo dell’errore quando ci ritroviamo al matador di Ancud, un macello circondato dagli avvoltoi e da un alone di puzzo di carne putrefatta dove le pelli di mucca ci sono ma hanno ancora i pezzetti di carne attaccati! In compenso otteniamo l’indicazione per il conciatore verso il quale siamo ora diretti e che si trova a Puerto Montt…. Vanni è eccitatissimo e guida trionfante la sua Carolina verso l’obiettivo tanto sospirato. Arriviamo verso le 14 seguendo un taxi per non perderci nella labirintica periferia della città. Entriamo in un capannone buio e puzzolente per poi infilarci subito dopo nel piccolo spazio della vendita accanto agli uffici. Ci mostrano tre pelli di mucca tutte diverse sul cui prezzo Vanni riesce ad ottenere un 8% di sconto. Le vuole tutte…. ma la sua sete di pelli non si è ancora placata e così sceglie anche cinque pelli di pecora. A questo punto anche a me viene voglia di fare shopping…. ci sono delle bellissime pelli arancione che decido ci acquistare per ricoprire la poltrona di casa…. è molto sottile, penso già anche ad un possibile paio di pantaloni ed un soprabito. L’operazione dura più di un’ora compreso lo stivaggio di tutte quelle pelli nelle valigie e negli zaini che abbiamo appositamente portato vuote dall’Italia. Risaliamo stanchi in auto…. la scelta, la strenua contrattazione, la lotta per ottenere un tasso di cambio favorevole ed infine il packaging ci hanno distrutti…. mi chiedo come Angelo e Raffaella abbiano potuto sopportare tutto questo! Vanni è ancora così preso dall’operazione che non vede le chiavi dell’auto appese alla serratura e le cerca fin dentro all’office dove eravamo stati…. che storia! Arriviamo tardi al residence “Huimpalay Tray” che si trova fra Villarrica e Pocun dove ci sistemiamo in un paio di camere immerse nel verde…. un altro piccolo paradiso. Alla bellezza del lago si somma quella del vulcano lontano il cui cono perfetto è bianco di neve….. sarebbe fantastico vedere una bella fiaccolata scendere zigzagando lungo le sue pendici la sera di Natale! Ceniamo in un ristorante di Pocun reso accogliente dalla boiserie di legno alle pareti poi decisamente alticci affrontiamo un torneo di backgammon fino a notte inoltrata. Andiamo a letto ribaltati.

24 DIcembre 2005

VILLARRICA

E’ caldo quando ci svegliamo nel nostro lettone vista lago dal quale scorgiamo in primo piano un grande cespuglio di ortensie celesti…. poi iniziano ad arrivare i messaggi di auguri dall’Italia….. è decisamente emozionante per me riceverli da così lontano e quello di Catia mi commuove particolarmente. Quando siamo tutti pronti partiamo diretti alle terme Geometricas (www.termasgeometricas.cl) che distano una quarantina di chilometri da qui e che le due ragazze italiane avevano caldamente raccomandato di visitare conversando con Angelo e Raffaella un paio di giorni fa, imperdibili per la bellezza dell’architettura inserita nel particolare contesto ambientale. Ne siamo conquistati fin dall’ingresso sul quale scatto almeno una decina di foto quasi impazzita di fronte a tanto equilibrio progettuale ed alla bellezza di questo canyon nel fondo del quale sgorga l’acqua termale…. inoltre siamo quasi soli a goderci questo paradiso …. i locali devono essere tutti presi dai preparativi della vigilia! L’intervento leggero ed arioso sembra galleggiare nella gola rocciosa dove una serie di passerelle di legno colorato di rosso collegano con angoli acuti le vasche di pietra che accolgono l’acqua termale a varie temperature. L’acqua fredda e calda viene convogliata attraverso contenitori scatolari di legno nero che corrono paralleli ai percorsi. Anche i pochi volumi emergenti che accolgono gli spogliatoi sono realizzati dello stesso legno colorato ed hanno il tetto ricoperto di erba. Il mix di roccia, vegetazione, vapore ed architettura è meraviglioso… non vedo l’ora di mostrare le foto ad Elisa che vorrà senz’altro venire a dare una sbirciatina. Terminiamo il rilassamento nel prato vicino alle nostre cabanas in vista del seratone natalizio che prevede anche una puntatina al casinò e lo scambio dei regali. La cena in realtà è stata piuttosto deludente fin dalle prime battute. Avendo trovato al completo il ristorantino che ci piaceva abbiamo ripiegato su un ristorante italiano il cui cameriere è riuscito a fare una confusione da candid camera. I miei cannelloni non sono male ma ormai l’atmosfera è compromessa ed Angelo e Raffaella piuttosto esigenti in fatto di cibo si sono decisamente innervositi. Serata sotto tono insomma, quasi a compensare le tante belle serate trascorse nel corso del nostro viaggio.

25 Dicembre 2005

VILLARRICA – SANTIAGO

Prendiamo la nostra colazione nella veranda della nostra cabana con un frullato davvero gustoso preparato da Vanni. Ci stiamo preparando ad affrontare il lungo viaggio di oggi che ha per obiettivo Santiago, città dalla quale ci sposteremo subito per spingerci fino alla costa verso Vina del Mar e Valparaiso che raggiungeremo con il secondo tappone previsto per domani. Arriviamo in capitale alle undici di sera dopo un viaggio noiosissimo durato dieci ore….. mi sento mezza morta quando infine affrontiamo la non semplice ricerca dell’hotel in questa grande città a noi assolutamente sconosciuta…. infine puntiamo sul “Diego de Almagro” come suggerito dalla Lonely Planet, nuovo e confortevole è la soluzione perfetta che ci trova finalmente tutti d’accordo.

26 Dicembre 2005

SANTIAGO – ZAPALLAR

Lasciamo Santiago verso l’una per recuperare un pò di energie…. andiamo verso Valparaiso, città dalla quale ci aspettiamo molto anche solo per la sua notorietà. L’impatto non è buono ma in porto c’è la stessa nave scuola russa che avevamo visto ad Ushuaia…. insomma siamo arrivati qui quasi contemporaneamente. Per sedare i malumori di Raffaella che diventa di pessimo umore quando si trova in luoghi che non le piacciono, ci spostiamo subito lungo la costa alla ricerca di qualche paesino più a dimensione d’uomo e più autentico. Lasciamo alle nostre spalle anche Vigna del Mar nella quale non ci fermiamo perché troppo costruita ed attraversiamo alcuni piacevoli paesini tra cui Horcon che ci piace abbastanza da fermarci a bere un tè. Intanto Vanni ha visto un calamaro gigante adagiato sulla barca di un pescatore…. viene persino a chiamarci per essere immortalato con il mostro…. foto che sarà mostrata principalmente a Massimo al quale dovremo far credere che tutti i pescioni con i quali Vanni è stato fotografato siano stati pescati da lui. Proseguendo troviamo un altro bel posticino molto esclusivo… Zapallar. Bellissime ville si affacciano sulla piccola baia bordata di sabbia color ocra…. insomma un posticino che piace a tutti noi. Troviamo un paio di camere decenti ma al di sotto delle nostre aspettative presso l’hotel Isla Seca così rimandiamo la scelta a più tardi, dopo una sosta pranzo in un chiringuito sul mare, kitch e bellissimo il cui pavimento è costituito da briciole di conchiglie e le grandi sedie di legno che come sculture hanno gli schienali scolpiti in forma di pinna di balena o cavallucci marini eseguiti in bassorilievo. Mangiamo granchi buonissimi che accompagnamo con tre bottiglie di vino più un Fernet Branca per Vanni che si ubriaca definitivamente. Il cameriere ci accompagna gentilmente all’hotel Mirador dove però c’è una sola camera disponibile, ed all’Isla Seca dove troviamo occupate le due camere snobbate oggi….. disastro assoluto! E’ già tardi e Zapallar ha esaurito la sua offerta alberghiera, iniziamo così la ricerca di un giaciglio nei paesini vicini dove sembrano esistere solo pensioncine terribili…. alla fine ci tocca ripiegare per una sistemazione davvero pessima, ma siamo troppo brilli per accorgerci fino a che punto lo sia!

27 Dicembre 2005

ZAPALLAR – SANTIAGO

La mattina ci svegliamo tutti anchilosati per via del materasso inclinato e floscio…. è stata una nottata scomoda per tutti ma la più segnata è Raffaella non parla neanche più e riesce solo a dire – voglio andare a Santiago! – Lungi dal volerla deludere partiamo subito verso la capitale dove ci sistemiamo subito presso il nostro hotel Diego de Almagro che ci appare oggi come un’isola felice e ancora più confortevole di due giorni fa. Dopo un sopralluogo all’officina Toyota per una piccola revisione di Carolina che ha pur sempre venticinque anni anche se non li dimostra, andiamo al Museo di Belle Arti e Arte Moderna che però non ci fa impazzire…. il nostro interesse va tutto alla produzione artistica durante la dittatura compresa tra il 1974 ed il 1989. Due passi nel centro storico ci restituiscono una immagine più allettante di questa città appena sfiorata un paio di giorni fa…. Santiago non è poi così male. Serata di relax con torneo di backgammon, chiacchiere e whisky.

28 Dicembre 2005

SANTIAGO

Appena apro gli occhi vedo che Vanni non c’è…. mi torna subito in mente che aveva un appuntamento presto alla Toyota per la sostituzione del pezzo di ricambio proveniente dal Giappone per l’adorata Carolina. Il tempo di una doccia ed è di ritorno, incazzato perché si è svegliato presto inutilmente…. due meccanici sono malati e così nessuno si è reso disponibile per la sostituzione. Anch’io ho bisogno di una piccola revisione e così dopo due coccole sono al salon de estetica dell’hotel per una sistematina alle cose principali….. l’arredo risale ad una trentina di anni fa e l’ambiente è in generale sciatto ma già che ci sono faccio anche un massaggio di riflessologia plantare da questa podologa in carriera …. comunque troppo caro. Quando esco sono diretta alla fondazione Neruda per vedere la Chascona, la particolarissima residenza di Santiago del grande poeta cileno. La Casa è bellissima, articolata in tre piccoli edifici che si snodano lungo un breve sentiero sulle pendici della collina. Il tema ispiratore è il mare, sia negli arredi che nelle scelte volumetriche degli interni, il soffitto della sala da pranzo per esempio è in listelli di teck e leggermente bombato come gli interni di alcune barche a vela …. più in generale vi si assapora tutta la vivacità, curiosità ed il fascino del sommo poeta. Le suppellettili sparse ovunque testimoniano dei viaggi che fece nel corso della sua vita…. infine mi piacciono tutte le tre zone…. giorno, notte e studio. L’aspetto romantico della casa è legato alla donna cui fu dedicata la sua realizzazione…. l’intento fu quello di creare un nido d’amore dove poter vedere la sua Matilde senza che la sua seconda moglie potesse interferire…. un amore clandestino che poi si risolse con un matrimonio celebrato a Capri. Chascona in spagnolo significa arruffata…. come la folta chioma di riccioli rossi di Matilde. Un pò come la mia dice la guida che ci accompagna nella visita minuziosa di ogni anfratto della villa. Mi hanno colpito molto la ricchezza di dettagli e la vivacità, i bei quadri e le sculture e perché no… i bellissimi oggetti del nostro Fornasetti. Mi sento così bene uscendo…. la bellezza ha sempre avuto su di me un effetto altamente terapeutico! Siamo qui ora in relax alla nostra 912, Vanni è ancora leggermente imbronciato ed io sono ancora debilitata per la dissenteria che mi massacra da un paio di giorni…. decido di non seguire il gruppo al Liguria, un ristorante nel quartiere previdencia, tirato e con bella gente…. Quando Vanni ricompare in camera è solo per recuperare il backgammon…. i ragazzi lo aspettano per una partitina….. un classico delle nostre serate.

29 Dicembre 2005

SANTIAGO

Ci avventuriamo tra le affollate strade pedonali del centro dove centinaia di cileni indossano abiti colorati in questa tarda mattinata di inizio estate. Ci fermiamo all’ombra dei grandi alberi del “Naturalista” un baretto dove un centrifugato di carota e arancia ed una lasagna di verdure mi rimettono in sesto. Oggi vado sola al Museo di Arti Visive nel quartiere Santa Lucia dove un mercatino delle pulci incastonato tra le basse case coloniali di un paio di secoli fa introduce al modernissimo edificio del museo del quale trovo più interessante l’architettura piuttosto che le opere esposte. Alla 912 Vanni mi accoglie con un sorriso ed un beso poi mi rapisce per mostrarmi il quartiere Previdencia dove mi mostra i bellissimi edifici che lo avevano colpito ieri sera…. che carino. Foto, foto e ancora foto rapita dalle architetture che si slanciano imponenti verso l’alto…. per fortuna la taxista è molto gentile e ci aspetta senza protestare tra una sosta e l’altra, anzi ne approfitta per ricamare a punto croce un tappetino tutto colorato così come un uomo avrebbe letto con lo stesso trasporto la gazzetta dello sport. Quando siamo di nuovo in hotel il receptionist Erwin ci conferma la prenotazione per il 31 a Valparaiso…. che sollievo…. il nostro capodanno è ok! Dopo una cena di bilanci e di ricordi con i ragazzi andiamo in camera per un super torneo dove il nostro Gastone vince ancora.

30 Dicembre 2005

SANTIAGO – VIGNA DEL MAR

Per la prima volta riesco a fare colazione al Diego de Almagro…. ci siamo svegliati alle 10 per poter salutare i ragazzi che partono diretti a Rio de Janeiro dove li attende un capodanno esplosivo al ritmo del Samba. Ci abbracciamo con calore augurandoci il buon proseguimento dei nostri rispettivi viaggi che ci vedranno girovaganti nel Sudamerica per un altro mese almeno …. il Brasile li aspetta come per noi l’Ecuador che abbiamo deciso sarà la meta finale di questo nostro primo step nelle Americhe. Siamo soli ora e tutta questa libertà riconquistata sembra disorientarmi. Partiamo diretti alla Isla Negra che si trova sulla costa e dove, sulla scia dell’entusiasmo per la Chascona di Santiago, vogliamo assolutamente vedere un’altra delle residenze di Pablo Neruda …. e che sorpresa! All’ingresso incontriamo le due ragazze italiane conosciute a Caulin stupite quanto noi per l’inaspettata coincidenza. La casa di Neruda è bellissima…. mi colpisce particolarmente il soggiorno reso teatrale dalle antiche polene appese al soffitto e trattenute nella loro spinta verso il basso da un complicato sistema di tiranti. Scopriamo qui che il sommo poeta era un collezionista incallito…. le raccolte comprendono le cose più disparate…. dalle farfalle alle bizzarre bottiglie di vetro, dagli strumenti nautici agli insetti rinsecchiti custoditi dentro a teche di vetro e le conchiglie …. penso che uno psicologo avrebbe avuto il suo daffare a decifrare la complessa personalità di quest’uomo poliedrico ed ossessivo. Il tema preponderante delle collezioni è il mare…. il suo sogno …. che finisce col dare una chiara impronta anche la struttura degli spazi interni stretti e lunghi i cui soffitti convessi in doghe di legno ricordano anche qui gli interni delle barche. E’ già il tardo pomeriggio quando arriviamo all’hotel Montecarlo di Vigna del Mar dal quale domani dovremo ripartire con un certo anticipo, visto il traffico che troveremo sulla strada costiera, se vorremo arrivare in tempo per la cena di capodanno a Valparaiso. Intanto ci godiamo l’atmosfera soffusa del ristorante Mastro Antonio dove i cannelloni consumati a lume di candela sembrano ancor più gustosi…. serata piacevolissima.

31 Dicembre 2005

VIGNA DEL MAR – VALPARAISO

Il rumore del traffico sostenuto entra fin dalle undici nella nostra camera dove rimaniamo rintanati per due coccole e l’abbondante colazione fino al primo pomeriggio…. ovvero fino a quando un bel cielo azzurro si sostituisce al grigiore di questa mattina. Pochi passi e siamo sulla spiaggia color ocra già affollata di persone, osserviamo i cavalloni dell’oceano che si rifrangono con forza sulla battigia ed un piccolo gruppetto di surfisti inesperti che cercano di cavalcarli. Beviamo un drink in un brutto baretto al limite della spiaggia mentre poco lontano un localino cerca di introdurre lo spirito del capodanno sparando musica disco a tutto volume…. si respira ovunque una grande allegria. Anche noi andiamo a prepararci per la serata, decido di rispolverare un completino indiano di seta viola che continua a fare la sua discreta figura…. Vanni invece indossa i suoi Jackerson blu, l’equivalente della sua copertina di Linus, e la camicia a righe. Contrariamente alle nostre previsioni il traffico verso Valparaiso è regolare ed in meno di mezz’ora siamo già parcheggiati all’estacionamento riservato del Coco Loco, il ristorante che occupa l’ultimo piano di un grattacielo sulla baia…. la posizione più strategica dalla quale osservare i fuochi d’artificio…. Erwin ci ha consigliato il posto giusto! Mancano ancora quattro ore alla cena così ne approfittiamo per rivedere la città che le guide descrivono come bellissima ma che giorni fa ci aveva fatto una pessima impressione. E’ così che poco dopo siamo all’ascensore più antico della città che ci proietta su una delle alture affollata di casette coloratissime e di bei giardinetti che si affacciano sulla baia intensamente blu. Arrampicandoci sulle ripide stradine intercalate da scalinate interminabili esploriamo una parte del vastissimo territorio sul quale si sviluppa la città che vediamo dall’alto in tutta la sua estensione e che sembra già in gran fermento. Gruppi di persone armate di borse refrigerate e di sedie cercano di accaparrarsi la posizione migliore dalla quale osservare i fuochi d’artificio che esploderanno nel cielo a mezzanotte…. ogni parapetto è occupato, così come i terrazzini e le finestre vista mare…. si respira insomma l’atmosfera vivace e rilassata dell’attesa…. anche sulla spiaggia già interamente occupata da tende, auto e tavolini di plastica sui quali verranno allestiti i cenoni di capodanno. Il cielo è azzurro e l’aria resa frizzante dall’altezza della collina dalla quale distinguiamo bene anche i barconi che ospitano i fuochi d’artificio così come i grandi mercantili fermi in rada. Alle 20 ci avviamo verso il ristorante che scopriamo essere rotante e coperto da una grande cupola di vetro…. da quassù si gode di un panorama eccezionale che comprende tutto il visibile per chilometri e chilometri…. la costa che si snoda verso Ranaca è affollata di grattacieli mentre alle nostre spalle le colline piene di casette colorate formano un arco attorno alla grande baia ora intensamente blu. Rimaniamo a lungo in contemplazione mentre sorseggiamo i nostri aperitivi scambiandoci qualche bacetto, poi è già l’ora di accomodarci al tavolo dove troviamo trombette e maschere, stelle filanti e fischietti, insomma tutto il necessario per i festeggiamenti. Vanni indossa subito la sua maschera da diavoletto ed io lo fotografo ridendo di gusto mentre i camerieri iniziano a servire le pietanze non eccelse ma che arrivano ben decorate in grandi fiamminghe. E’ ancora presto quando la nostra cena ha termine così, afferrati i bicchieri di champagne, arriviamo per primi alla terrazza dalla quale osserviamo il panorama incendiarsi delle migliaia di luci spalmate attorno a noi, il mare intanto è sempre più affollato di barche tra cui alcuni velieri a più alberi sui quali fili di lucine penzolanti si flettono tra un pennone e l’altro. Dalla strada sotto di noi arrivano gli urli dei bambini eccitatissimi e musica e corpi in movimento dei quali vediamo i cappellini luccicanti, i palloncini colorati e la gente, tanta gente che si muove sempre più lentamente. La terrazza è ormai piena quando una serie di segnali acustici vengono lanciati a scandire la mezzanotte da una delle navi ormeggiate alla banchina del porto…. si sovrappone a questi un boato di evviva che sale dalle strade della città intera come risposta gioiosa a quel segnale. Sono così emozionata che due lacrime di commozione scendono lungo le mie guance, ma non c’è tempo nemmeno per quelle…. iniziano subito le esplosioni dei fuochi d’artificio, bellissimi, lanciati dai quattro barconi sparsi nella baia di fronte a noi e poi altri a perdita d’occhio lungo la costa, sempre più piccoli e più lontani….. non so quanto a lungo si sia protratto il bellissimo spettacolo pirotecnico ma alla fine ne siamo soddisfattissimi! Balliamo musica qualunque, la solita che viene proposta in occasioni come questa in ogni ristorante senza carattere del mondo, ma siamo così felici e così innamorati che poco importa cosa succede attorno a noi. Usciamo bruscamente dall’incantesimo poco dopo essere saliti in auto per coprire i venti chilometri che ci separano dall’hotel, chi lo avrebbe mai immaginato che avremmo impiegato più di tre ore per raggiungere il nostro lettone?

01 Gennaio 2006

VALPARAISO – LA SERENA

Alle due del pomeriggio riusciamo a fare colazione nel tavolino della camera che si affaccia sul triangolo di mare che la finestra riesce ad inquadrare…. il traffico che intravediamo da qui rimanda a spiagge superaffollate di cileni che vogliono iniziare l’anno divertendosi. Sfiliamo con l’auto a pochi metri da loro, indifferenti al desiderio di mare, protesi verso l’obiettivo che ci siamo proposti di raggiungere….. La Serena è la capitale della V regione nonché antica città coloniale carica di promesse. Intanto oltre la strada il paesaggio si fa sempre più arido trasformandosi in una sorta di deserto di cactus ed altre varietà di piante grasse che crescono sulla superficie sabbiosa color ocra. A tratti vediamo scorci di mare blu aderente alla costa rocciosa e frastagliata….. dopo aver percorso centinaia di chilometri arriviamo infine a La Serena, una cittadina che stranamente ci ricorda il Nord Africa forse per le palme ma soprattutto per le architetture e le sfumature del cielo al tramonto….. finiamo col cedere alla tentazione di mangiare una pizza in un Telepizza affollato di bambini urlanti.

02 Gennaio 2006

LA SERENA

Dedichiamo la giornata alla perlustrazione della città che però non ci conquista…. ma recuperiamo l’interesse per il luogo la sera quando ci spostiamo nei pressi del vicino villaggio di Vacuna all’osservatorio di Mamelucca la cui promessa è quella di mostrarci l’intero firmamento alla distanza ravvicinata inquadrata dai telescopi ….. l’aria rarefatta ha eletto questa regione del Cile a luogo privilegiato per l’osservazione delle stelle favorendo la crescita di centri di osservazione i cui telescopi per turisti sono ora a nostra disposizione. E’ la prima volta e ci facciamo prendere dall’entusiasmo mentre fantastichiamo su Sirio che ci appare come un immenso brillante vagante nel nero assoluto o l’affascinante Saturno con i suoi anelli rotanti e la Croce del Sud della quale riconosciamo per la prima volta le cinque stelle così come le nebulose indicateci dalla guida vicinissime alla costellazione…. che esperienza indimenticabile! …. soprattutto per il cielo di questa sera particolarmente pieno di stelle che vediamo vicinissime anche ad occhio nudo. L’osservazione ci impegna senza accorgercene fino a notte inoltrata, rapiti dalla sensazione di essere sospesi nel buio della notte vaganti anche noi nell’universo infinito.

03 Gennaio 2006

LA SERENA – PISCO ELQUI

La valle dell’Elqui ci si spalanca rigogliosa di vegetazione e di ordinatissimi vigneti carichi di grappoli che sfruttando ogni centimetro quadrato di suolo si spingono come oasi nel deserto fino alle pendici delle montagne così brulle da sembrare lunari. Siamo nella patria del famoso Pisco, un distillato dal piacevole aroma fruttato la cui origine viene ad oggi contesa tra Cile e Perù e con il quale siamo finiti brilli qualche sera fa. Colpiti dall’ordine quasi maniacale dei vigneti ci fermiamo ad osservare lo strano packaging dei grappoli ancora appesi la cui perfezione viene preservata dai sacchetti di carta che li proteggono forse solo dalla polvere … mai vista una cura così accurata del prodotto. Pisco Elqui è un villaggio ordinato come i vigneti che lo circondano e molto new age. Disseminato di negozi dalla chiara impronta orientale che propongono prodotti vari tra cui gli incensi, i cristalli, le essenze e le resine Pisco Elqui è considerato new age soprattutto per i numerosi avvistamenti di Ufo avvenuti non a caso proprio qui nella patria dello squisito superalcolico. Per incoraggiare l’avvistamento di extraterrestri che si aggirerebbero nelle strade del villaggio beviamo un abbondante cocktail ma senza ottenere risultati apprezzabili, così ancora su di giri andiamo oltre spingendoci verso il Passo Agua Negra che ci consentirebbe di rientrare in Argentina ma che purtroppo è chiuso…. delusi torniamo indietro ad affogare i nostri dispiaceri nell’alcol.

04 Gennaio 2006

PISCO ELQUI – COPIAPO’

In vista del valico che attraverseremo domani traguardando il Passo San Francisco che sfiora la bella quota di 4780 metri, oggi ci avviamo verso Copiapò che assestata alla modesta quota di 390 metri è la capitale della regione di Atacama e nostra tappa intermedia lungo la strada che ci porterà in Argentina. Ci aspettano più di 500 km…. tantissimi ma infine raggiungiamo la cittadina adagiata in una vallata circondata da alte montagne completamente brulle ma meravigliosamente variopinte nelle sfumature degli ocra, rosa e rosso. La cosa più particolare che ci capita di vedere a Copiapò sono gli alberi del pepe che da centinaia di anni affollano la piazza principale della cittadina…. purtroppo non è stagione di bacche, ma spezzando una foglia riusciamo comunque a percepirne la piacevole fragranza.


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