23 Gennaio 2006

COPACABANA – CUZCO

Il sole ci accompagna nel lungo viaggio verso il Perù dove il paesaggio cambia sensibilmente divenendo più familiare. E’ tutto molto verde qui, anche le montagne segnate dai terrazzamenti che ne segnano le curve di livello ed i grandi fazzoletti quadrati delle coltivazioni che vi disegnano come tessuti i pendii. Cuzco è una bella città la cui piazza principale, la grande Plaza Des Armas, è definita dalle bellissime architetture coloniali che vi si affacciano sottolineando l’imponenza della capitale. A cena incontriamo inaspettatamente Pierre, un signore svizzero già incontrato a Potosi ed a Copacabana … vista la frequenza dei nostri casuali incontri lo invitiamo al tavolo trascorrendo così un paio d’ore di piacevoli racconti di viaggio in francese… è una persona davvero speciale. (Pierre Alan Grossenbacher e mail: pierrealain.g@bluewin.ch )

24 Gennaio 2006

CUZCO

Giornata grigia di pioggia e malumori…. la stagione delle piogge sembra non finire mai ed il desiderio di un bel sole che scaldi la nostra pelle e la nostra anima sta diventando una impellente necessità. Ci avviamo così verso la cattedrale più per dovere che per piacere …. ma l’interno finisce col conquistarci per gli elementi barocchi che trovano il loro apice in arredi ridondanti impreziositi dei metalli preziosi saccheggiati dalle miniere peruviane dai conquistatori spagnoli fin dal lontano sedicesimo secolo. Spiccano i due altari sul fondo dei bracci del transetto risplendenti nonostante la luce soffusa delle dorature che rivestono le volute e le nicchie contenenti le statue di santi sanguinanti. Il magnifico coro realizzato in legno di cedro fa da sfondo all’altare maggiore più recente e rivestito di una lamina d’argento mentre quello di legno relegato ora nel corridoio posteriore è magnifico per la ricchezza di composti manierismi …. sembra la bella facciata barocca del duomo di Ragusa….. peccato che le statue colorate contenute nelle nicchie finiscano ancora una volta col dare una connotazione pacchiana a queste fantastiche architetture in miniatura. Il museo Inca che visitiamo poco dopo ci avvicina finalmente all’arte precolombiana, preincaica ed incaica mostrandoci quanto fosse evoluta la tecnica e la ricerca estetica di quella civiltà scomparsa da secoli. Bellissimi contenitori di argilla finissima illustrano il repertorio zoomorfo di allora e figure umane immortalate in scene di vita quotidiana comprese quelle esplicitamente erotiche alle quali è riservata un’intera sala. Le tracce di colore sulla superficie enfatizzano le forme mentre i beccucci che ne sporgono suggeriscono l’uso di questi preziosi oggetti che non smetto di fotografare… contenevano liquidi forse utilizzati nei rituali religiosi. Il tour di oggi che ci ha permesso di spaziare dalle culture peruviane più antiche a quelle relativamente recenti ha posto le basi per affrontare preparati la visita di domani al Machu Picch, l’antico insediamento inca sopravvissuto al tempo ed alle devastazioni spagnole. Nessun programma per la serata domani mattina la partenza sarà scandalosamente presto.

25 Gennaio 2006

CUZCO

Alle sei in punto il treno parte spingendosi sulle pendici alle spalle della città e poi oltre verso le montagne appuntite e verdissime dove la pendenza è così ripida da costringere il treno a salire zigzagando fermandosi ad ogni estremità di quelli che potremmo definire dei tornanti per poi ripartire nella direzione opposta. Seduto accanto a me Vanni sembra partito per un volo intercontinentale, con mascherina sugli occhi, tappi inseriti nelle orecchie ed il mio caldo poncho sulle ginocchia. Arriviamo finalmente quasi in cima alla suggestiva montagna dove gli incas decisero nel 1500 di fondare questa città rimasta quasi intatta e dove anche gli antichi terrazzamenti ritagliati su inclinazioni estreme sono sopravvissuti fino a noi. Al di là della bellezza dei semplici edifici di pietra e della struttura urbanistica il luogo è davvero magico. La scelta del sito fu senz’altro condizionata dalla presenza del fiume che scorre sinuoso sul fondo del profondo canyon a valle circondando a 300° la montagna resa inespugnabile. Così difeso l’insediamento di Machu Picchu era l’ultimo di un circuito di luoghi cerimoniali imprendibili di questa relativamente giovane civiltà che vi coltivava foglie di coca, orchidee ed altri carnosi fiori tropicali così come saporiti maracuja e l’immancabile mais. Il particolare clima di questi 2400 metri di altitudine consentiva loro di sperimentare nuove colture così come di approfondire lo studio dell’astronomia. Una città di botanici ed astronomi che riuscivano a mediare scienza ed occulto, ragione e misticismo in questo luogo che appare anche a noi suggestivo ed estremamente magico. Dopo uno spuntino a base di quinua, un ottimo cereale cucinato come un risotto, ripariamo esausti nella nostra gelida cameretta dove poco prima dell’oblio ripenso con un brivido di piacere alla particolare bellezza del Machu Picchu dove le basse nuvole che nascondevano la cima delle montagne hanno reso l’atmosfera di oggi suggestiva ed indimenticabile.

26 Gennaio 2006

CUZCO – NAZCA

Lasciamo le alte quote andine con il progetto di scendere ai 600 metri di Nazca. Dodici ore di viaggio però non sono uno scherzo e così strada facendo, nei pressi di Saywite ci concediamo una breve visita al sito archeologico spoglio ed isolato nel quale è protagonista un unico grosso blocco di pietra che fu testimone di sanguinosi rituali cerimoniali…. con l’aiuto di un briciolo di immaginazione sembra di vederlo ancora il sangue scorrere sulle figure scolpite in superficie. Per contrasto gli animali rappresentati sono piccoli e divertenti, marini e terrestri come i polipi, le rane, i calamari e poi le scimmie e gli immancabili condor, serpenti e puma che rappresentano i tre animali sacri della cultura inca. Nel tardo pomeriggio quando l’entusiasmo ha ormai ceduto il posto alla stanchezza ed il tramonto mozzafiato incendiatosi dietro le nere montagne ha lasciato che la notte scendesse come una coltre attorno a noi inizia il piccolo dramma legato al terribile stato della strada tutta curve buche e rocce in caduta sull’asfalto lungo la quale Vanni anziché procedere con prudenza inizia l’inseguimento di un camion che sfreccia come impazzito verso valle. Sta usando i fanali posteriori come fari dice lui …. per procedere più sicuri nel buio totale di quella landa desolata. Ma a me che difficilmente ho paura questo inseguimento del camion che non ha intenzione di farsi tallonare pare piuttosto un tentativo di suicidio. Come risposta Vanni si arrabbia come un pazzo accusandomi di non avere fiducia in lui…. che delirio! Arriviamo stremati alle dieci di sera dopo dodici ore esatte di curve tornanti e rocce in caduta ma infine approdiamo in un cinque stelle da favola… l’hotel Cantayo dove la birra che consumiamo non è sufficientemente alcolica per sedarmi ma che bellezza questi tappeti arancioni stesi a terra che diventano anche i cuscini sui quali ci abbandoniamo…. poco dopo Vanni ancora agitatissimo perlustra tutte le supellettili raccolte nel grande salone…. deve essere distrutto!

27 Gennaio 2006

NAZCA

Arrivo per prima alla colazione ricca di confetture saporite e gustosi frutti esotici …. Vanni mi raggiunge con gli occhi ancora socchiusi ma poco dopo è già a ricomporre i bagagli su Carolina mentre io cerco di resistergli ancorata al lettino sul bordo della piscina. Non volendo pensare all’imminente partenza mi concentro sulla vegetazione del giardino che raccoglie alcune delle essenze che avevo già apprezzato in Africa …. aiuole di fiori bianchi e delicati dai lunghi petali visti a Lusaka e gli alberi dai fiori rosso arancio che Manarussi sistemava sul tavolo del salotto a Diani Beach. I ricordi che affiorano di quel lungo viaggio non sono dei migliori ed ora mi sento con soddisfazione una persona diversa, in armonia con Vanni che ha a sua volta smussato gli atteggiamenti che ci allontanavano da un equilibrio di coppia ora consolidatosi…. a parte naturalmente le corse in auto! Intanto un labrador cerca a tutti i costi di distrarmi dal relax coinvolgendomi nei suoi giochi … a nulla vale la mia indifferenza che cede di fronte al sasso che infine fa cadere accanto a me…. l’arrivo di Vanni poi la manda in estasi rincorrendolo ogni volta che lui cerca di tuffarsi in piscina. Da qui l’acqua verde azzurra della piscina sembra finire sul prato dove un albero secolare dalla chioma voluminosa affonda le sue antiche radici in primo piano invece un cespuglio di piccoli fiori gialli si anima di colibrì svolazzanti e la labrador ormai sazia di corse tuffi e patatine fritte riposa tranquilla accanto a me. Sono in paradiso! Alle sedici la guida arriva per accompagnarci al piccolo aeroporto dove è pronto l’aereo col quale sorvoleremo le linee Nazca…. ma si tratta di una falsa partenza! L’inaspettato arrivo del vento forte ci costringe a rimandare a domani l’avvistamento… non che mi dispiaccia rimanere qui un altro giorno …. anche in vista dello shopping in paese al quale ci dedichiamo con la scusa di ammazzare il tempo. Ne usciamo con un bel bottino tra cui il piccolo contenitore con beccuccio del tutto simile per tipologia e materiali a quelli visti al museo di Cuzco raffigurante una grassa donna accovacciata nell’atto di far nascere suo figlio. Di seguito un massaggio iper rilassante allo spa dell’hotel e cena a base di squisiti spaghetti fumanti al pomodoro. Una giornata così ogni tanto è necessaria!

28 Gennaio 2006

NAZCA

Mi sveglio impanterita poco dopo le otto al suono della sveglia…. più mi sveglio più sono incazzata… Vanni mi chiede perché…. non capisce. Inutile parlarne ancora, ognuno di noi rimane fermo sulle sue posizioni, ma io mi arrabbio sempre più. Arriviamo in aeroporto alle nove e venti ma decolliamo solo alle dieci e venti su un piccolo tre posti col quale iniziamo a sorvolare le famose linee che riproducono disegni di animali stilizzati. Sono le stesse immagini viste nei disegni ceramici o incisi sugli altari cerimoniali. I segni delicati si scorgono a fatica dall’alto dell’aereo… non voglio pensare alle fotografie probabilmente da cestinare…. ma hanno scaturito nel tempo le più strane ipotesi circa la loro realizzazione ed il loro significato. Molti studiosi si sono cimentati nel difficile compito di dare un senso a quelle figure visibili solo dall’alto ed i più arditi hanno ipotizzato che quei disegni fossero opera di extraterrestri avvezzi più degli antichi incas a viaggiare nel cielo…. chissà… Di nuovo in piscina ci godiamo un ottimo pisco sawer che mi dà un pò alla testa… è perfetto in vista del massaggio che farò tra poco…. poi eccoci ad imballare le ceramiche mentre fuori si intravede il cielo reso rosa dal tramonto. Adesso è Vanni ad essere alterato …. giornataccia!

29 Gennaio 2006

NAZCA – LIMA

Partiamo con calma diretti a Lima. La strada asfaltata costeggia l’elemento che preferisco…. la sabbia, che articolata in dune tra la strada ed il mare inonda i nostri occhi dei colori caldi del deserto. Fin dall’ingresso nella caotica capitale ci perdiamo ed i tempi per la ricerca dell’hotel sono lunghissimi anche seguendo il taxi che ci accompagna nella ricerca dei migliori che però sono al completo…. infine approdiamo all’hotel Antigua Miraflores, una vecchia casa coloniale adattata della quale apprezziamo i bei pavimenti, le porte di legno e la nostra camera alla quale si accede da una loggia aperta sui due lati arredata con vecchi mobili in cuoio e sedie impagliate. Una bella passeggiata prima di sera.

30 Gennaio 2009

LIMA

Approfittiamo della giornata grigia dedicandoci alla visita di un paio di musei ed all’esplorazione del centro città. Il Museo dell’Oro ci incanta per la bellezza dei gioielli incaici il Museo Larco invece per le elaboratissime antichissime ceramiche. Ceniamo in un ristorante chic sul molo dal quale ascoltiamo le onde dell’oceano frangersi sugli scogli poco lontani… le portate sono ottime… finalmente un pesce intero al sale! Ma dov’è finito il sole?

31 Gennaio 2006

LIMA

Mi sveglio presto ed approfitto dell’atmosfera piacevolmente tranquilla della loggia per raccogliere un pò le idee in solitudine…. i piedi appoggiati sul tavolino di cuoio ascolto i rumori lontani della città che si è già svegliata mentre l’attenzione si posa sul grande cactus che sale dal giardino fin oltre il tetto. Lima non mi ha colpita particolarmente, anonima e senza carattere…. non rimane che andare al mercato inca in cerca delle sculture di legno che piacciono a Vanni che infine troviamo come anche quei bellissimi tappeti di lana nelle tonalità degli aranci e del ruggine che mi avevano conquistata nell’hotel di Nazca. Ne compriamo otto, due cuscini fokloristici con figurine di tessuto in bassorilievo e due sculture di legno…. non so come faremo a portare tutto in hotel e poi in Italia! Per nulla stimolati ad uscire prolunghiamo la siesta per un tempo eccessivo che scaturisce in tensioni e molta noia. Come a compensare il suo squallore Lima offre invece una serie di ristoranti degni di una capitale e così per riscattare la giornata poco gratificante ci regaliamo una seconda ottima scelta… Astrid&Gaston, con cuochi cordon bleu ed un servizio sofisticato. Dalla piccola porta di legno della casa coloniale ci introduciamo nella prima sala di accoglienza per poi finire al bar arredato con antichi mobili spagnoli, velluti, specchi e boiserie di legno che gli conferiscono una atmosfera calda ed elegante… nessun tavolo è disponibile, ma è un piacere consumare gli ottimi manicaretti in questo Caffè Strozzi peruviano…. peccato che poi la sazietà non ci permetta di gustare un dolcetto…. ottima scelta!

01 Febbraio 2006

LIMA – TRUJILLO

Partiamo verso le dieci con direzione Trujillo ma uscire da Lima è difficile come entrarvi…. ma facendo ricorso a tutto il mio senso dell’orientamento e con l’aiuto di una cartina sommaria della città ce la facciamo. La Panamericana Nord attraversa incantevoli paesaggi che si snodano lungo la costa dove il deserto ci appare in tutte le sue varianti e sfumature, dalle distese di sassi ad un saliscendi di dune nelle varie tonalità degli ocra e dei grigi. Rapiti dall’osservare tanta bellezza non ci accorgiamo di aver quasi raggiunta la meta, la rumorosa Trujillo, polverosa e poverissima la cui Plaza des Armas trasuda del fascino dell’architettura colonialista delimitata com’è dai tipici edifici colorati sulle cui facciate bianche modanature incorniciano le finestre e le porte protette da elaborate inferriate bianche. Si affaccia sulla bella piazza anche l’hotel Libertador nel quale alloggeremo….. posizione strategica!

03 Febbraio 2006

TRUJILLO – MANDALA

Ripartiamo lasciando Trujillo nella tarda mattinata. Ci separano dalla più famosa località balneare sulla costa nord del Perù almeno 600 km…. si tratta di Mandala, la spiaggia ambita dai surfisti latinoamericani che raggiungiamo poco dopo il tramonto …. i surf e l’hotel Las Arenas dove Vanni ha prenotato una camera. Elegante ed immerso nel verde sfoggia prati all’inglese dai quali spuntano gruppi di palme, vasche d’acqua rettangolari distribuite a formare un puzzle di trasparenze. Ci addormentiamo sul lettone di uno dei bungalow sulla spiaggia, cullati dal magico suono delle onde dell’oceano. …. dev’essere più o meno così dormire nella casa sulla cascata di Wright.

02 Febbraio 2006

TRUJILLO

Giornata dedicata alla visita delle case coloniali del centro e dei siti archeologici limitrofi. Stupisce osservando le architetture delle città preincaiche l’arretratezza formale e tecnologiche di quelle culture rispetto al patrimonio architettonico che nello stesso periodo fu partorito dalle civiltà sviluppatesi nel bacino del Mediterraneo. Come paragonare la primordialità dell’architettura e dei dipinti del tempio della valle della luna con quelli coevi degli antichi egizi, dei romani o dei greci? Il Colosseo, l’Acropoli di Atene, il tempio di Luxor con l’Huaca del sol y de la luna o l’Huaca del dragon ? Sembrano appartenere a due pianeti diversi, separati da millenni di storia. Intanto il cielo è ancora nuvoloso…. che palle!

04 Febbraio 2006

MANDALA

Il cielo ancora nuvoloso non è un buon inizio quando ci si trova a cinque metri dalla spiaggia …. ma il sole infine appare regalandoci un pomeriggio caldo ed asciutto, l’ideale per una lunga passeggiata sul bagnasciuga e per il relax sulla sabbia calda e soffice… l’acqua invece è gelata … sob! La giornata finisce col scivolare presto verso l’ora dell’aperitivo che consumiamo piacevolmente nella veranda sul mare di fronte ad un tramonto rosso fuoco che esalta l’atmosfera languidamente romantica di questo tardo pomeriggio. Il sopralluogo al vicino centro abitato rompe bruscamente l’incantesimo… seduti al tavolino di uno dei tanti baretti del paese che si sviluppa lungo la trafficata Panamericana finisco col contare i tir che sfrecciano nelle due direzioni mentre Vanni improvvisandosi cameriere rimane al bar troppo a lungo…. la bella giornata svanisce in una bolla di sapone.

05 Febbraio 2006

MANDALA

Le nuvole di oggi invece non vogliono proprio andarsene… una palla bianca rotola verso il bagnasciuga rincorsa da un bambino…. è perfetta nell’armonia di colori inquadrati dalla cornice di legno di fronte a me. Eccola di nuovo, più veloce ed inseguita questa volta da un paio di pantaloncini arancio, disarmonici ma che fanno molto spiaggia. C’è un problema con Vanni, irrisolto da più di un mese, che ferisce nel profondo la mia anima e con essa la mia femminilità. Il picco di inquietudine si specchia oggi in quella del mare …. mentre passeggio vorrei urlare ma esce solo un lamento sordo, soffocato. La mia rabbia non esplode … è la rabbia di chi ha perso la partita, partita che non ho la possibilità di vincere così come non si possono fermare le onde che mi vengono incontro… tanti anni fa mentre osservavo un altro mare ho desiderato come oggi di perdermici. Stesa sul lettino abbandono il capo indietro per osservare il cielo seminascosto dalle foglie di palma che si muovono al vento …. come i miei capelli, come i serpenti di Medusa e le alghe flesse dalla risacca. I giocatori rientrano, la palla bianca non più libera è avvolta da mani che la stringono…. solo il drink mi ha dato sollievo.


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