05 Gennaio 2006

COPIAPO’ – FIAMPALA’

Nonostante il programma impegnativo di oggi partiamo comodamente verso le undici ma non trovando cartelli stradali che ci indichino il Passo finiamo con l’ arenarci ancor prima di lasciare la città. Troviamo infine la strada giusta chiedendo ai passanti in uno spagnolo ancora stentato quale sia la direzione per il Passo San Francisco sulla quale ci indirizziamo confortati dal cartello finalmente apparso che indica un generico “Camino International”. Poco dopo percorrendo la strada sterrata battuta dai rari automezzi che si spostano verso le numerose miniere presenti in questa regione del Cile ci troviamo immersi nelle montagne sassose dalle tonalità grigie dove la temperatura ancora alta finisce col mandare in ebollizione l’acqua del radiatore. Approfitto della sosta per scattare qualche foto al paesaggio che inizia a colorarsi con sfumature rosate…. poi saliamo ancora per qualche chilometro, fin quando alla prima sosta tecnica ci accorgiamo che Carolina ha una gomma a terra! Inizia subito dopo il penoso rituale della sostituzione nel corso del quale il viso di Vanni si contrae nello sforzo di sollevare anche se con l’aiuto del crick tutti quei quintali…. L’operazione dura circa trenta lunghissimi minuti fatti di caldo, polvere e fatica al termine dei quali Vanni esce piuttosto provato anche per via dell’altitudine che non lo ha certo favorito, e sporco fino alla punta delle orecchie. Saliamo ancora lungo il pendio lieve ma costante e Carolina inizia ad emettere fumate nere in uscita dal tubo di scappamento…. ora è decisamente freddo ed il paesaggio di una bellezza indescrivibile….. gli spazi ora sono ampi e bordati da montagne lontane piegate in curve dolci e spruzzate di un particolare colore giallastro …. questo luogo sembra un paradiso! Raggiungiamo infine quota 4780 m e con lei la frontiera con l’Argentina dove i bagagli vengono controllati dai doganieri, per fortuna non così accuratamente da trovare tutte quelle pelli di mucche e pecore che Vanni ha comprato…. non si può mai sapere la reazione dei doganieri di fronte a cose che possono offrire un facile appiglio per estorcere denaro….. La bellezza del paesaggio si complica improvvisamente del passaggio di un gruppo di vigogne forse in cerca di un riparo per la notte come suggeriscono i doganieri…. è molto freddo quassù e proseguendo il cielo nuvoloso ci regala la sorpresa di una tormenta di neve proprio mentre costeggiamo un bellissimo lago turchese. Scendendo ancora arriva il sole di nuovo e con lui paesaggi incantevoli tra cui un lago salato così bianco da abbagliarci ed infine una serie di speroni rocciosi di un colore rosso quasi innaturale. Arriviamo tardi alle terme di Fiampalà ed all’attiguo hotel così scassato da sembrare piuttosto un bivacco. Il caldo ora ci toglie il respiro così dormiamo con la porta e la finestra spalancate dopo aver gustato il formaggio e l’insalata di Mario, il gestore dell’hotel che non ha da offrire nemmeno una bottiglia di acqua minerale. Dormiamo male sulle lenzuola senz’altro usate da altri che almeno speriamo non siano infestate dalle pulci.

06 Gennaio 2006

FIAMPALA’ – VILLA UNION

Le vasche termali degradanti verso valle sembrano incastrate nelle rocce naturali scure che definiscono il canyon, muretti di pietra chiara ne delimitano i volumi ricolmi di acqua calda che vi scorre formando piccole cascate, alcune tettoie di canne creano necessarie zone d’ombra così come gli alberelli e gli arbusti che occupano il canyon e che rendono questo luogo ideale per una rilassante fuga dal caldo torrido che ci avvolge. Stesi sui muretti ombreggiati dalle frasche ci godiamo un sano relax favorito dal brusio dell’acqua in caduta da una pozza all’altra. Per non dover dormire di nuovo nello squallido alberghetto lasciamo per tempo Fiampalà e puntando verso Sud traguardiamo Chilecito ed altri pivvoli villaggi desolati. Oltre i finestrini scorrono ancora le montagne e sotto di noi la strada sterrata che vi si intrufola sinuosa creando valichi e proettandoci subito dopo in ripide discese …. siamo sulla mitica Ruta 40 che avevamo già percorso verso Sud per migliaia di chilometri ….. dai parchi della Patagonia fino ad Ushuaia. Con questo nuovo ingresso sulla Ruta 40 stiamo chiudendo un grande anello iniziato quasi due mesi fa e che continuamente rimanda a ricordi di situazioni e paesaggi. A compensare l’alloggio di ieri quello di Villa Union è confortevole, nuovo ed ha anche una piscina nella quale ci tuffiamo subito per una gara di stile libero…. e poi che meraviglia l’aria condizionata della nostra camera che ci salva dai 38°C là fuori nonostante l’ora tarda. Ceniamo in un ristorantino delizioso poco lontano dall’albergo fatto di terra, legno, fantasia e buon gusto. Il cameriere sembra uscito da un film di Mel Brooks con i suoi pantaloni rattoppati alla meglio ed il sorriso ironico stampato sul suo viso anziano. Lo scarno menù non ha variazioni sostanziali rispetto a quello delle serate precedenti solo insalata, purè, carne e formaggio che accompagnamo con molto vino tinto. La monotonia delle portate seppur gustose ci consente di osservare ammirati gli oggetti appesi alle pareti del locale…. sono antiche staffe decorate a intaglio nel legno, una sella da donna tutta ricamata e alcune pelli di puma, volpi ed ocelot… alcune di queste cose finiscono nel nostro bagagliaio tra cui le staffe e la pelle di puma che restituisce a Vanni un sorriso a trentasei denti. Accompagna la piacevole serata la musica di Jimix un cantante argentino che sulla scia del fado portoghese propone brani di musica folk che trovo bellissima…. rotto definitivamente il ghiaccio scopriamo poi che il proprietario del locale è figlio di un italiano che fu console della provincia della Rioja verso il cui omonimo capoluogo siamo diretti. Felice per l’ inaspettata vendita almeno quanto noi degli acquisti Franco ci regala un vasetto di marmellata di uva senza zucchero che dev’essere una squisitezza….mentre la moglie omaggia me di una copia della bella raccolta di Jimix …. che meraviglia!

07 Gennaio 2006

VILLA UNION

Oggi relax! Non dover ricomporre il trolley poco dopo il risveglio ci consente di usufruire del servizio di lavanderia dell’hotel verso il quale indirizziamo quasi tutto il loro contenuto. Approfittiamo del tempo a disposizione per una lunga sosta in piscina ai bordi della quale la temperatura è proibitiva e le poche folate di vento bollente mi ricordano che non ci sarà tregua al calore ancora per diversi giorni. Dopo la siesta nonostante il calore sembri stritolare i nostri corpi affrontiamo l’escursione al parco Talampaya caratterizzato da incredibili pareti verticali di roccia rossa. Arriviamo appena in tempo per l’ultima visita guidata delle 17 che ci proietta tra le bellissime rocce sulle quali si possono leggere i segreti geologici del nostro pianeta stratificatisi nel corso di milioni di anni. Una nicchia semicircolare che si alza quanto l’intero sperone roccioso offre l’occasione alla guida di mostrarci una straordinaria eco che rimbalza diverse volte riflessa dalla parete rocciosa che si sviluppa parallela alla prima ad una cinquantina di metri di distanza. E che dire dei tronchi verdissimi di alcuni arbusti che sfruttano la fotosintesi in ogni loro parte?…. L’aria condizionata dell’Hotel Isla Negra offre infine una gradevole conclusione a questa giornata very hot .

08 Gennaio 2006

VILLA UNION – LA RIOJA

Il trillo della sveglia fa balzare Vanni in piedi vispo più che mai mentre io energica quanto una novantenne aspetto a letto il mio tè. Ma poi eccomi dopo un paio d’ore di viaggio entusiasta della bellezza del Parco della Luna che visitiamo ancora con un tour guidato. Oggi però la guida troppo seria per la giovane età sale con noi…. siamo i primi di una carovana di cinque auto. Ci fermiamo dapprima ad ammirare gli scheletri di tre piccoli dinosauri rinvenuti nel parco…. i nostri primi risalenti al triassico, poi ci dedichiamo all’esplorazione del sito ammirando le erosioni che hanno disegnato particolari bitorzoli sulla sommità di rocce calcaree seguono i paesaggi lunari variopinti in tonalità delicate e piccole rocce perfettamente ed inspiegabilmente sferiche…. saranno arrivati gli extraterrestri anche qui? Il luogo offre prospettive spettacolari che si susseguono nel paesaggio lunare…. o quantomeno somigliante a quello che il nostro immaginario suggerisce al riguardo. Regaliamo due Diabolik dimenticati a bordo dai ragazzi alla nostra guida che però aveva mostrato un deciso interesse piuttosto per le sigarette di Vanni poi proseguiamo il nostro viaggio verso La Rioja a circa 200 chilometri da qui. Il relax nella nostra camera dell’hotel Libertador convenzionato ACA ci rigenera e dà una certa soddisfazione a Vanni che può usare qui ancora una volta la sua tessera. Usciamo solo verso le 19 per dare una sbirciatina alla città della quale apprezziamo particolarmente gli edifici sacri risalenti al periodo coloniale come la cattedrale e l’antico convento di San Domenico…. ma poi il ristorante consigliato dalla guida aprirà solo alle 21.30 ed il caldo ci morde la pelle. Scappiamo in camera dopo aver acquistato un Gatorade ghiacciato pensando che non è poi così fondamentale cenare….. ma poi cambiamo idea ed alla Veja Casona incontriamo un paio di simpatiche signore di Buenos Aires che ci confermano che oggi la temperatura in città è salita fino a toccare i 51°C !

09 Gennaio 2006

LA RIOJA – TUCUMAN

Questa mattina il mercato artigianale è chiuso…. che peccato, proprio oggi che mi sentivo in vena di shopping! Volevo cercare del tessuto da usare per i miei quadri, invece su una bancarella superstite trovo un bel poncho mignon per la mia nipotina Anna che acquisto. Vanni invece ha adocchiato nella vetrina di un antiquario un set completo di mazze da golf il cui prezzo lo fa desistere…. insomma shopping quasi uguale a zero! Partiamo subito dopo la passeggiata verso Tucuman a 350 km da qui…. il viaggio ci riserva l’inaspettata quanto spettacolare sorpresa di vedere la straordinaria migrazione di farfalle bianche …. procediamo pianissimo avvolti dalla moltitudine di farfalle svolazzanti. Che soddisfazione… questo viaggio ci riserva numerose prime volte! Per recuperare con stile le fatiche del trasferimento a Tucuman avvenuto sempre a temperature infernali ci concediamo per questa notte un piacevole cinque stelle.

10 Gennaio 2006

TUCUMAN – SALTA

Viaggiamo anche oggi in compagnia delle farfalle che si spostano migrando perpendicolarmente alla nostra direzione… sono così belle…. la sensazione è quella di essere in mezzo ad una nevicata di grossi fiocchi con la differenza nel nostro caso di ritrovarci il parabrezza coperto di macchioline giallastre. Raggiungiamo presto Salta, la più piacevole delle città coloniali viste finora. Belle e colorate a tinte vivaci le facciate delle due chiese sulle quali i cromatismi accesi fanno risaltare le ridondanti decorazioni barocche. Ci fermiamo all’hotel Provincial dove due lettoni ci garantiranno sonni tranquilli…. poi usciamo a caccia di un ristorante e al Posta ceniamo piuttosto bene mentre fuori impazza un acquazzone del quale dopo un paio d’ore non rimane alcuna traccia. Sembra un miracolo vedere in tv un concerto diretto da Muti nella piazza antistante la basilica di San Francesco…. ed una bella soddisfazione rivedere Ravenna ed i suoi bellissimi mosaici bizantini su uno schermo argentino.


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